Controcultura

Storia del concept album. La musica suona la sua filosofia

"Tommy" degli Who e "The Wall" dei Pink Floyd gli esempi più celebri. Ma ci sono anche Guthrie, Sinatra e Albarn

Storia del concept album. La musica suona la sua filosofia

Quando il rock cresce e diventa adulto, si libera dalle catene dei generi e soprattutto da quelle del tempo e inventa il «concept album», ovvero il disco a tema, che poi sfocerà nell'opera rock. Tommy dei Who e The Wall dei Pink Floyd sono gli esempi più eclatanti, ma prima e dopo c'è tutta una storia raccolta da Daniele Follero e Donato Zoppo nell'interessante volume Opera Rock. La storia del concept album (Hoepli, pagg. 297, euro 29,90).

La storia del «concept album» è più lunga della storia del rock, e si fa risalire addirittura alle Dust Bowl Ballads di Woody Guthrie, raccolta omogenea di brani che parlavano della miseria dei contadini e dei diseredati degli anni Trenta in America. L'obiettivo di questo disco, fortemente voluto dall'etnomusicologo Alan Lomax, più che commerciale era politico. «In nessuna occasione mi sono riferito a me stesso come intrattenitore o cantante e farei bene a non iniziare ora», disse in proposito Guthrie. Un altro artista impegnato a percorrere i territori concettuali è Frank Sinatra che, nel 1955, in The Wee Small Hours, crea mezz'ora di riflessione notturna per chi perde l'amore. I Beatles e i Beach Boys, protagonisti del ping pong creativo fra Inghilterra e California, cominciano ad abbandonare la giovanile semplicità dei loro brani. Prima che i Beatles escano con il rivoluzionario Revolver, Brian Wilson partorisce il leggendario Pet Sounds, elegia della giovinezza. Il 24 novembre 1966, mentre i Beatles sono alle battute finali di Sgt.Pepper, incontrano negli studi di Abbey Road i Pink Floyd, arrivati per incidere il loro primo album. Stanno per spalancarsi le porte della psichedelia e il «concept» è pronto a diventare una moda.

Il «concept album» dilaga in Inghilterra con l'avvento del rock progressivo, ma prima ci sono gli esperimenti di gruppi come Who (molto prima di Tommy, nel 1966, Pete Townshend partorisce la suite in sei parti A Quick One While He's Away) Moody Blues e Kinks (il racconto dissacrante dell'Inghilterra conservatrice in The Kinks Are the Village Green Preservation Society). Insomma tutti i grandi rocker compresero che con la musica si poteva raccontare una storia. Ci sono album e gruppi dimenticati, come gli Electric Prunes (è loro la colonna sonora di Easy Rider) che nel '68 incidono una vera e propria Messa in Mass In F Minor e poi parlano di religione e misticismo (con tanto di archi e organo) nel rock psych-progressivo di Release of a Oath. Naturalmente ampio spazio viene dato a opere come Aqualung («Aqualung è un personaggio penoso - disse Ian Anderson - eppure c'è qualcosa di intrigante in lui: in Aqualung ho voluto esplorare il concetto di Dio») e la suite - che occupava tutto un long playing - Thick As a Brick. Non solo Genesis: Gentle Giant (The Power and the Glory) e Rick Wakeman con The Six Wives of Henry VIII impreziosiscono, anche graficamente, la storia del rock britannico.

Sorprendente è l'opera rock dell'ex Blur Damon Albarn, che coniuga esoterismo e opera in Dr Dee, storia dell'alchimista e matematico alla corte di Elisabetta I, commissionatagli dal Manchester International Festival. Decine sono le opere citate, da quella sui Tarocchi di Steve Hackett a Merlin - The Opera rock firmata nel 2000 da Fabio Zuffanti, misconosciuto autore di new progressive. Imprevedibilmente il «concept album» negli Stati Uniti - poco seguito - assume una nuova dimensione grazie a Simon & Garfunkel e al loro Bookends, che nella prima facciata parla della vecchiaia e del passare del tempo. Se i musicisti americani non erano affascinati dai «concept», in compenso in Usa c'era Frank Zappa che «come un cavallo di Troia nella California dei figli dei fiori, con i primi album dei Mothers of Invention fotografa con ironia la società americana. E, prima ancora che se ne diffonda l'idea, va già oltre il concept album». Non a caso, durante le registrazioni di Sgt.Pepper, i Beatles non facevano mistero di ascoltare assiduamente Freak Out.

David Bowie, con The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars, ha avuto un approccio pressoché totalizzante con il concept, trasformandosi in Zyggy e dando vita a una realtà parallela associata ai contenuti dell'album.

Anche in Italia i gruppi «prog» hanno dato vita a interessanti concept album come Palepoli degli Osanna, Caronte dei Trip e soprattutto l'ambiziosa opera rock della Pfm Dracula, del 2005.

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