La storia di una famiglia sotto il segno del Capitano

La storia di una famiglia sotto il segno del Capitano

Si dice che far ridere sia più arduo che far piangere e sembrerebbe la verità dato che anche i menestrelli hanno rinunciato al loro mestiere, perché gli è saltato il grillo di farsi consolatori delle lacrime e del sangue della crisi. Ma la sorgente poetico - politica degli italiani non va mai in secca e viene a galla in persone inaspettate come Marco Pasetti, ad esempio, autore del libro «La formula del Capitano», Mursia Edizioni. «C'era una volta un farmacista di nome Clemente. Nella sua bottega nelle Marche nel 1905 ideò una formula dentifricia...», avrebbe voluto iniziare così la storia della sua famiglia Marco Pasetti, ex amministratore unico dell'azienda milanese che produce il primo dentrificio d'Italia dal nome casalingo e dal roseo color di cipria: la Pasta del Capitano.
Da Cupra Marittima a Milano? Dalla villa Boccabianca - un nome un ulteriore destino! - degli amici Vinci alle mascelle della metropoli. La stirpe Ciccarelli è romantica e irrequieta, a metà conservatori a metà rivoluzionari, speziali e farmacisti, musicisti ma anche «commediografi» a tempo perso, capitani della prima cavalleria sabauda che andavano a innamorarsi a Padova della bella Nella Vasoin, combattevano per fondare lo Stato Italiano, tornavano nelle Marche e poi approdavano nel capoluogo lombardo dove iniziarono con tre farmacie, note soprattutto per il callifugo che il capitano Clemente con i mitici baffi, immortalati nell'icona del tubetto di dentifricio, aveva messo a punto per alleviare i dolori ai talloni d'Achille dei suoi commilitoni. Clemente e Nella hanno tre figli. Il primo, Nicola detto Nico, collezionista di libri antichi, fonda negli anni '50 l'azienda Ciccarelli e nell'Italia del boom grazie «all'effetto Carosello», Carlo Dapporto e un incisivo motivetto, dà vita alla «Pasta dentifricia del Capitano». Sbianca gli incisivi facendo attenzione a non far sanguinare le gengive, perché in famiglia la medicina per combattere lacrime e sangue è uno scorrevole ottimismo che profuma di menta e iris come le antiche polveri dentali degli egiziani. Certo anche i Ciccarelli - Pasetti di ansie ne hanno avute, quando nel 1978 furono indicati dai giornali come la più ricca famiglia di Milano e il terrore dei rapimenti da parte delle Br ha rischiato di portare un po' di grigio sullo smalto della stirpe, che invece ha mantenuto il suo bel color rosato. Amore, politica, poesia vagano nel sangue di questa famiglia. Maria, terzogenita di Clemente, sposa il giornalista Aldo Pasetti, redattore del Popolo d'Italia, del Corriere Lombardo e infine di Epoca, dove era stato chiamato da Alberto Mondadori. Nel 1938 nasce Marco. Dopo l'Università va a scuola dalla zio Nico, uomo algido e buono, che la fa direttore generale. La sua prima apparizione sugli schermi di questa azienda, che non ha mai voluto diventare una multinazionale, avviene proprio tra le palette di «Carosello» dove Marco appare in camice bianco vicino allo zio Nicola. E' lui a tentare la prima sceneggiatura dello spot andando fino all'Alighieri e al famoso conte Ugolino: «La bocca sollevò dal fiero pasto.... per lavarsi con Pasta del Capitano».

Lo zio Nico bocciò l'idea: chissà se la bocciatura fu l'incipit che convinse un imprenditore a tessere il filo di una storia che scorre piacevole tra i denti.

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