Dallinizio dellanno sono 4 i ciclisti morti sulle strade di Milano, un tragico bilancio che è anche un campanello dallarme che riporta alla ribalta il tema della sicurezza stradale. Per questo, Fiab Ciclobby ha organizzato ieri mattina un presidio in viale Abruzzi angolo via Plinio, insieme al Comitato di viale Abruzzi, per ricordare la morte del ciclista deceduto in questa via il 29 marzo in seguito ad un incidente; la manifestazione ha toccato anche altri luoghi della città che in questi mesi sono stati teatro di incidenti mortali nel corso dei quali altri ciclisti hanno perso la vita. Presenti anche molti cittadini e ciclisti, alcuni dei quali protagonisti di incidenti.
«Sono dati allarmanti, che testimoniano un incanaglimento del traffico», mette in guardia Luigi Riccardi, direttore della Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab). «Il tema della sicurezza stradale riguarda tutti. In una città moderna i ciclisti non devono essere costretti a fare pericolosi slalom tra le macchine», precisa Damiano Di Simine, presidente di Legambiente. «Questi incidenti rendono evidente che a Milano la situazione è di grave emergenza», avverte Eugenio Galli, presidente dellassociazione Ciclobby onlus. «Liniziativa di oggi - prosegue Galli - anticipa la prima settimana mondiale della sicurezza stradale, che si terrà dal 23 al 29 aprile, ed è anche un invito a considerare che la sicurezza stradale nasce dallimpegno di tutti. Questo tema deve essere inserito tra le priorità dellamministrazione comunale di Milano, con lindividuazione di interventi ed obiettivi mirati, come la costituzione di una Consulta comunale della sicurezza stradale che coinvolga anche rappresentanze di ciclisti e pedoni, diffusione delle zone a 30 km/h, già presenti in molte città europee, lutilizzo diffuso degli autovelox, ma anche la limitazioni della circolazione dei mezzi pesanti in città. Inoltre occorre che vengano adottate specifiche misure per la circolazione delle biciclette. Alcune di esse sarebbero realizzabili in tempi piuttosto rapidi e con costi contenuti, come le linee darresto avanzate e lutilizzo regolamentato dei marciapiedi adatti».
«È importante anche il coinvolgimento attivo dei ciclisti, attraverso uneducazione e una rieducazione corrette», conclude il presidente di Ciclobby.
«Strade con limiti a 30 allora»
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