Cultura e Spettacoli

Lo «Stupor mundi» diventa contemporaneo

Sulle orme di Federico II un progetto di valorizzazione dell’architettura pugliese

C’è in Italia un edificio unico di cui si ignora persino esattamente la funzione. È basato sul numero 8 che in esso si moltiplica, si erge solitario su un basamento di roccia di cui sembra la geometrica e cristallina prosecuzione. È stato costruito intorno al 1240 da un personaggio talmente straordinario da meritare l’appellativo di Stupor mundi, Federico II, l’imperatore appassionato di matematica, poesia, astronomia, seguito da una corte itinerante di cui facevano parte intellettuali occidentali e orientali, la prima corte multimediale e multiculturale. Si tratta di Castel del Monte, architettura in cui si fondono echi romanici, gotici, classici e islamici.
Castel del Monte è la prima tappa di un progetto triennale nei castelli di Puglia che vedrà impegnati molti altri luoghi tra cui Massafra, Lecce, Trani... Il progetto vede nelle vesti di direttore scientifico Achille Bonito Oliva, con Giusy Caroppo curatore generale (coadiuvati da Rossella Meucci Reale, curatore esecutivo) e prevede anche laboratori didattici, stage e visite guidate. I temi individuati sono il passato, lo spazio, la tecnologia, l’identità e il genius loci, elemento strategico dell’intero progetto. In questa prima fase sono stati invitati Pedro Cabrita Reis, Sarah Ciracì, Sislej Xhafa, Bill Viola e Enzo Cucchi che ha coinvolto una serie di giovani artisti: Francesco Arena, Marc Bauer, Elisabetta Benassi, Carlo Benvenuto, Domenico Mangano.
Da castello a castello si innescherà una reazione a catena: «Un gruppo di altri castelli - scrive Bonito Oliva - diverrà ostello e riserva indiana per artisti del contemporaneo scelti in un’ottica multimediale multiculturale e transnazionale. L’ospitalità nasce dalla forte autorità storica dei luoghi e la protezione dell’opera contemporanea dal recinto del castello che si pone come baluardo e linea di confine del nuovo territorio magico: una felice contaminazione tra arte e architettura, passato e presente, memoria e istante...».
Nel video di Bill Viola la forza dell’acqua travolge una coppia; la semplice e minimale costruzione di Cabrita Reis, porta con sé gli echi di un episodio di morte che ha toccato la memoria collettiva; Infinito di Sarah Ciracì è costruito attraverso la tecnologia e ispirato alla simbologia esoterica; Xhafa tenta di ribaltare il pregiudizio negativo dell’alterità rovesciando lo stereotipo del clandestino; Cucchi occupa tre sale del castello «“tratteggiando” un percorso gestuale, visivo e mentale, che fa da trait d’union tra le installazioni di cinque artisti emergenti», scrive Caroppo: sono l’affettuosa attenzione per gli oggetti quotidiani di Benvenuto, i fumetti di Bauer, la fontana-piedistallo di Arena e due opere più esplicitamente dedicate a Federico II, la statuina dell’imperatore fatta di zucchero di Mangano e la performance con il falco pellegrino di Elisabetta Benassi.

Anche il catalogo assumerà l’aspetto di un work in progress e sarà composto di vari fascicoli che accompagneranno le tappe del progetto.

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