A Tangeri tra i vicoli della kasbah Dove i Beatles bevevano il caffè

A Tangeri tra i vicoli della kasbah Dove i Beatles bevevano il caffè

Paul Bowles quando il tè alla menta, anziché nel deserto, voleva prenderlo nella sua Tangeri, la città di cui lo scrittore americano era follemente innamorato, sceglieva sempre il Caffè Hafa. E a sedere sui tavoli disposti nelle sue terrazze dalle pareti digradanti verso il mare, tra i cactus e le palme, invitava i suoi amici più intimi, da Truman Capote a Tennessee Williams, da Allen Ginsberg a William S. Burroughs. Anche John Lennon e Mick Jagger non sapevano resistere al fascino di questo caffé e al tramonto venivano a fumare la shisha proiettando lo sguardo verso il melanconico Mediterraneo che bagna il vicino Stretto di Gibilterra. Proprio al calar del sole, i vicoli stretti dell' antica Medina di Tangeri sono animati e operosi come un alveare: i sarti di Rue Sidi Ben Raissoul filano le stoffe colorate sui secolari telai in legno, i fabbri battono lingue lunghe di ottone stendendole davanti alla porte delle madrase coraniche dove i bambini salmodiano le sure del corano. Lungo Rue Siaghine si incontrano venditori di polli e pescivendoli coi loro carretti, gli erboristi invece concludono i loro affari in Rue Doukali stappando barattoli di arnica, zafferano, e spruzzando essenze alla rosa sulle mani delle donne velate, mentre gli uomini parlottano tra loro ai tavolini del Caffè Tingis.
Sono trafficate e piene di vita anche Place du Faro, Place de France e il Café de Paris sulla rue de la Liberté, proprio di fronte all'imponente maestosa Ambasciata di Francia che, però, non può rivaleggiare in bellezza con Palais Moulay Hafid. Si tratta di un vero e proprio gioiello di architettura moresca di proprietà dello Stato Italiano che ora ospita nelle sue sale dai soffitti in legno finemente scolpiti e le pareti tappezzate di delicate ceramiche, oltre che nelle gallerie ornate da archi e nel giardino in cui zampilla una fontana in marmo, i più importanti festival di Tangeri. Durante la notte, la città bianca pare svuotarsi per riempiere... la Corniche, il lungomare pieno di discoteche e locali dalle insegne luminose rutilanti e ammiccanti. Al mattino, anche le ragazze in burqa fanno footing su questa passerella spruzzata dalle onde dell'Atlantico, mai tanto nervoso, comunque, come a ovest della città, dove proprio le sue onde hanno bussato con tanta insistenza sulla pareti di roccia, aprendo una cavità che ha la forma della mappa dell'Africa dentro una caverna soprannominata le Grotte di Ercole. Da qui sino al faro di Capo Spartel rivestito di eucalipti, il punto più a nord ovest del continente, le spiagge sono amatissime dai surfisti per la bellezza selvaggia delle insenature. Leggenda vuole che sull'isolotto distante appena 15 km dal Capo di Spartel sorgesse la Città di Atlantide. Non vi sono dubbi, invece, sull'esistenza, ieri come oggi di Chefchaouen, «la città blu» che con le sue moschee, rappresenta un patrimonio storico e religioso unico in tutto il Marocco, nonché l'escursione prediletta dai viaggiatori che vogliono scoprire i dintorni di Tangeri seguendo le orme di Ibn Battuta, il leggendario esploratore che nel XIV secolo, partendo proprio da questo porto del Mediterraneo, percorse 120 mila chilometri durante 29 anni di cammino e navigazione. Chefchaouen pare una «macchia» blu, che si erge su di una collina nella valle d'Akchour e la sua kasbah è un dedalo di vicoli tinteggiati del colore del cielo. Un'altra meta assolutamente da non perdere è Tetouan col suo stile architettonico ispano moresco testimoniato dai balconi affacciati su Calle Moham-Mad V, il paseo della città, e soprattutto da Dar el-Makhzen ovvero l'antico palazzo del Califfato, mentre nella sua Medina brulicante di bazar di sete e di babbucce così come nella Mellah, la via più pittoresca del quartiere ebraico, anche Paul Bowles amava perdercisi sgranocchiando frutta secca.
Per mangiare a Tangeri la tajine di carne di agnello e verdure, un ottimo ristorante, dagli interni decorati in legno e lo scenografico patio, è quello dell'El Minzah Hotel (Rué de la Liberté 85, tel. 212.5.39.333.444). Per dormire nella Medina, Dar Sultan è un riad dalle stanze arredate in stile «Mille e una Notte» con le terrazze panoramiche rivolte allo Stretto di Gibilterra.Info sul Paese:www.visitmorocco.com. Best Tour organizza fly & drive che comprendono anche Tangeri, www.besttours.

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