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Stangata pure sugli iPhone? Cosa aspettarsi con l'inflazione

Apple potrebbe rivedere verso l’alto i prezzi dei prodotti, iPhone in primis. E, a ben vedere, è un lusso che può permettersi

Stangata pure sugli iPhone? Cosa aspettarsi con l'inflazione

C’è Apple e poi ci sono gli altri. C’è l’iPhone e ci sono gli smartphone. L’azienda di Cupertino è l’unica produttrice che può permettersi di proporre un nuovo modello di telefono all’anno (anche se in diverse declinazioni) ed è anche l’unica che può pensare a rivederne i prezzi verso l’alto senza troppi timori.

I costi che pesano

Ciò che può avere un peso sulla decisione di Apple è l’aumento degli stipendi e il crescente costo della logistica, dal magazzino al trasporto dei prodotti. A questi si aggiungono i costi delle materie prime, viziati sia dalla crisi del silicio sia dai prezzi dell’energia.

C’è anche un dato della storia recente di cui Apple deve tenere conto: nel 2019 il rendimento della liquidità del colosso è stato circa del 2,4% mentre nel 2021 è sceso all’1,5% il che, rapportato all’inflazione del 5,4% (2021), si traduce in rendimenti reali negativi. A maggio del 2022 il tasso di inflazione USA ha toccato quota 8,6% e appare chiaro il bisogno di una strategia diversa.

Alcuni media associano il carovita ai timori di Cupertino, orientata a credere che molti clienti possano decidere di cambiare smartphone più in là nel tempo, snobbando almeno all’inizio l’iPhone 14. Si tratta di un’ipotesi che non può avere fondamento, perché non supportata da certezze. Non risulterebbe vero, stando all’analista cinese Ming-Chi Kuo, che Apple abbia tagliato gli ordini del 10%. Di norma la politica di Apple è quella di mantenere fede alle quantità ordinate prima del debutto del nuovo telefono, salvo poi correggere gli ordinativi successivi.

Ciò che Apple può fare

Nel 2017, con l’avvento dell’iPhone 8, Apple ha demolito la barriera psicologica dei 1.000 dollari. Un prezzo che a molti è apparso assurdo ma che ha visto gli iPhone conquistare a mani basse il mercato degli smartphone di fascia alta a cui partecipano anche molti produttori dell’Est del mondo con alcuni dei tanti modelli che presentano ogni anno.

Nel frattempo, i prezzi dei prodotti Apple sono ulteriormente cresciuti. Oggi un iPhone 13 costa dagli 839 ai 1.189 euro a seconda della configurazione, mentre un iPhone 13 Pro Max può arrivarne a costare 1.869.

Un'ulteriore crescita dei prezzi, questa volta sospinti dalla carica inflazionistica, potrebbe avere qualche effetto sulle vendite ma non di certo tanto temibile. In molti mercati, quello americano per primo (ed è una modalità di vendita nota anche in Italia), gli operatori telefonici permettono sottoscrizioni di contratti che prevedono la rateizzazione degli smartphone. Apple stessa, sul proprio sito Web, non disdegna le vendite rateali, offrendo peraltro sconti a chi restituisse un modello di iPhone precedente a quello che si accinge ad acquistare.

C’è da tenere conto anche dell’immagine del brand il quale, nel caso di Apple, non teme concorrenza. Un aumento anche sensibile dei prezzi di telefoni con a bordo Android, quindi prodotti da diversi costruttori, può spingere il consumatore a optare per uno o per l’altro telefono. Un aumento anche più che sensibile dei prezzi degli iPhone non ha quasi mai dato torto ad Apple, che ha continuato a incrementare il numero di telefoni venduti trimestre dopo trimestre.

Va tenuto conto delle difficoltà dei consumatori, confrontati con un’inflazione che fa sentire il proprio peso ogni giorno e, da questo punto di vista, un ulteriore aumento dei prezzi (che potrebbe arrivare al 9% se allineato all’inflazione attuale) potrebbe coincidere con una contrazione del mercato, magari non brusca.

A Cupertino però lo sanno bene, chi compra un iPhone non compra soltanto un telefono, compra uno status symbol.

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