Scienze e Tecnologia

Ecco perché Facebook confonde Dante e Salvini

Il traduttore automatico di Facebook trasforma "dantealighieri" in "iostoconsalvini", lo slogan degli elettori della Lega

Ecco perché Facebook confonde Dante e Salvini

Nel 2017 era stata presentata come la rete di traduzioni più avanzata del mondo. Ma, nella sua estensione italiana, la traduzione automatica di Facebook sembra avere qualche difficoltà, dato che confonde Dante Alighieri con il leader della Lega, Matteo Salvini.

A far notare lo sbaglio è stato Luigi Accardo, un clavicembalista impegnato nella registrazione di un lavoro che riprende la Divina Commedia del poeta. L'artista si è accorto che, pubblicando su Facebook l'hashtag Dante Alighieri, scritto minuscolo e senza spazi, il traduttore lo rendeva con lo slogan degli elettori leghisti, "io sto con Salvini". "È impressionante- scrive nel post di denuncia- ho condiviso sul FB della mia band (Starbynary), partendo da Instagram, una foto con vari hashtag e mi hanno fatto notare che cliccando su "traduzione" viene fuori un #iostoconsalvini che, vi posso assicurare, non fa parte del concept sulla Divina Commedia". Poi, un utente gli fa notare che, a non essere stato tradotto correttamente era proprio il nome del Sommo Poeta, che è stato "scambiato" per Matteo Salvini.

La Stampa, che ha verificato lo strano fenomeno, ha dimostrato che l'errore si ripete ogni volta che viene tradotta la scritta "dantealighieri", con o senza hashtag. E non sembra dipendere dalle tendenze poliche dei profili che scrivono il nome del poeta.

A ipotizzare il motivo dell'errore è stato il professore associato di informatica all'Università di Pisa, nonché esperto di machine learning, che ha spiegato al quotidiano: "È probabile che in questo caso la traduzione restituita sia semplicemente la più rilevante agli occhi della macchina rispetto a tutte le altre possibili, dal momento che scrivere 'Dante Alighieri' con lo spazio è evidentemente percepito in modo diverso dalla stessa scritta senza spazi". In questi casi, solitamente, la frase da tradurre viene rappresentata con una sequenza di parole che vengono successivamente "messe in relazione da una seconda rete neurale che effettua la traduzione da una lingua all’altra". I traduttori vengono cioè "addestrati" con testi in diverse lingue, da cui imparano a trovare corrispondenze da intere locuzioni. Qualcosa potrebbe essere andato storto in questa fase.

Il meccanismo, spiega l'esperto, è molto complesso: per questo è molto imporobabile che sia stato condizionato apposta da qualcuno, soprattutto se non si conosce "nel dettaglio il funzionamento dell’algoritmo in questione".

Inoltre, anche nel caso in cui si potesse teoricamente condizionare, per farlo "si dovrebbe avere la possibilità di agire direttamente sui dataset che lo compongono".

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