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Teheran chiama Roma, ecco la diplomazia del pallone

La delegazione iraniana da oggi in Italia, con la serie A come modello. Previste visite a Trigoria, quartier generale della Roma, a Formello, sede di allenamento della Lazio e a Coverciano. Altri incontri con i massini dirigenti del nostro calcio

Una visita a Coverciano, un incontro con Roma, Lazio e Fiorentina, un contratto con i maghi italiani delle piste d'atletica e dei campi sintetici: dove non arriva il dialogo politico, è di nuovo lo sport a costruire ponti e amicizie.
Stavolta Teheran chiama Roma e la visita di una folta delegazione del calcio iraniano in Italia da domani a giovedì è una nuova puntata della «diplomazia» del pallone. Nei giorni dello stallo internazionale nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran, il calcio italiano e quello del paese asiatico si stringono la mano. Così come fu per lo storico incontro di ping pong che avviò il disgelo tra Cina e Usa, o con il match Usa-Iran ai mondiali di calcio di Francia '98, o ancora nello stesso anno con la visita della nazionale Usa di lotta in Iran a venti anni dalla rivoluzione islamica. Nel loro piccolo, i dirigenti iraniani proveranno a imparare dalla serie A segreti organizzativi e tecnici per una struttura da Champions League. A guidare i venti ospiti sarà Moustafa Ajarlou, presidente di Lega e vicesindaco di Teheran: il suo collega di partito e sindaco, Mohammed Baqer Qalibaf, sarà probabile candidato rivale di Ahmadinejad alle prossime presidenziali.
Tutto nasce dal progetto di una Champions asiatica, un treno che il calcio di Teheran non vuole assolutamente perdere. Con la lotta, il football è lo sport più popolare: i numeri sono colossali, l'ascolto tv di una partita di campionato di medio livello può toccare i 25 milioni di spettatori. L'Iranian Pro League, con le sue 18 squadre, è seguitissima, nonostante persista il divieto di accesso agli stadi per le donne. Ma la spinta all'innovazione viene anche dallo sport, visto che a seguire il campionato sono tifosi di età media (30-40 anni), considerati il bacino naturale delle future innovazioni.
Ottenuta la firma del governo sul progetto di privatizzazione dei club, la delegazione è stata ricevuta nei giorni scorsi dall'Ayatollah Rafsajani: in pratica, la benedizione alla missione di amicizia con l'Italia.
Ad accogliere oggi a Roma la delegazione saranno Stefano Caira, ex dirigente Figc e del Perugia (fu lui a portare in Italia Rhaman Rezaei, uno dei primi calciatori iraniani all'estero), che con la Fuoriclasse Italia cura il progetto della nuova Lega iraniana, e Beppe Signori, ex bomber di Lazio e nazionale. Fitto il programma. Oggi i venti dirigenti saranno a Trigoria dalle 15 per una visita all'impianto della Roma e un contatto con i dirigenti giallorossi. E sempre oggi è prevista la firma di un accordo con la Mondo, azienda cuneese leader mondiale delle pista d'atletica e dei campi sportivi, per la nascita di una fabbrica di terreni sintetici in Iran, e un incontro con esperti di diritti tv.
Martedì un incontro con l'assessore allo sport di Roma, senza escludere visite più lunghe in Campidoglio, e poi nel pomeriggio visite in Federcalcio per un incontro con il presidente Giancarlo Abete, Antonio Matarrese e il n.1 della Lega Dilettanti Carlo Tavecchio. Mercoledì, poi, tappa a Firenze con visita al centro tecnico di Coverciano e alla Fiorentina, e possibile presenza all'Olimpico per Roma-Arsenal. Giovedì chiusura a Formello, l'appuntamento col presidente Lazio Claudio Lotito è già fissato. Il tutto per parlare di calcio, campionati, diritti, affari.

Ma anche di ponti da costruire, incontro dopo incontro.

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