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Teheran: «Pronti a installare 50.000 centrifughe a Natanz»

Ma Mosca tenta di frenare l’escalation nucleare ed esorta tutti a «evitare reazioni basate sull’emotività»

da Teheran

L’Iran continua a premere sull’acceleratore per il suo programma nucleare. Dopo l’annuncio che l’attività di arricchimento dell’uranio è ormai «su scala industriale», il responsabile del programma atomico di Teheran, Gholam Reza Aghazadeh, ha fatto sapere che ora l’obiettivo è installare 50mila centrifughe nella centrale di Natanz. Un numero ben superiore alle 3mila di cui si è parlato finora, e che peraltro già potrebbero consentire alla Repubblica islamica di dotarsi dell’atomica entro un anno.
Il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki, ha avvertito che in nessuna circostanza Teheran accetterà di sospendere il suo programma nucleare, e ha esortato le potenze mondiali ad accettare «la nuova realtà» dell’arricchimento dell’uranio su scala industriale.
Su questi proclami trionfalistici è arrivata però la frenata della Russia, partner dell’Iran nei suoi progetti atomici e preoccupata da una possibile escalation nel braccio di ferro con l’Onu. «Non siamo a conoscenza di recenti svolte tecnologiche nel programma nucleare iraniano in grado di modificare il carattere del lavoro nel campo dell’arricchimento», ha affermato Mikhail Kamynin, un portavoce del ministero degli Esteri di Mosca. Kamynin ha esortato tutti a evitare reazioni «basate sull’emotività e su un sensazionalismo che non trova necessariamente riscontro nei fatti».
L’Unione europea denuncia che per l’ennesima volta l’Iran ha disatteso le richieste avanzate dalle Nazioni Unite. Le nuove dichiarazioni del regime degli ayatollah sono «preoccupanti», secondo la presidenza di turno tedesca, specie «di fronte alle richieste contenute nelle risoluzioni 1737 e 1747». «La presidenza dell’Ue», si legge in una nota, «rinnova il suo urgente appello all’Iran perché vada incontro alle richieste della comunità internazionale, così che sia possibile tornare al tavolo nel negoziato e trovare soluzione alla crisi sul programma nucleare iraniano». Preoccupazione anche in Francia, dove le dichiarazioni iraniane sono state definite dal ministro degli Esteri, Phillippe Douste-Blazy come un «cattivo segno».


Un contributo ad accertare i fatti potrebbe arrivare dai due ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), arrivati in Iran per una visita di una settimana durante la quale dovrebbero ispezionare anche la centrale di Natanz e quindi verificare di prima mano i progressi nell’arricchimento dell’uranio proclamati da Teheran.

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