Roma

Il Terminal Gianicolo rischia di chiudere

Il Terminal Gianicolo movimenta 3 milioni di persone l’anno, accoglie 1500 automobili al giorno e fino al 2009 un flusso di 50-55 mila bus l’anno, la stragrande maggioranza di quelli che vengono a Roma. O almeno così è stato fino al primo luglio scorso. Con l’entrata in vigore del nuovo piano bus del Comune, mentre non è cambiato nulla per le auto, la presenza dei bus turistici si è ridotta drasticamente dell’80 per cento. «La struttura rischia, il personale in questa situazione è in esubero» dice Gianni Filoni presidente da otto anni della C&P Service S.p.a. che gestisce la struttura che appartiene alla Città del Vaticano-Propaganda Fide.
E denuncia senza mezzi termini la grave situazione che si è creata. «Il piano bus, riservando dieci stalli per la sosta breve in via della Conciliazione ha eliminato completamente il ruolo del Terminal Gianicolo e spostato i bus nella strada». E così quando arrivano più di dieci o tutti insieme vanno a fermarsi per far salire o scendere i turisti dove capita, anche in doppia fila, con problemi di sicurezza, smog, rumore, intasando ulteriormente tutta l’area con danni sensibili a Borgo Pio. Problemi aggravati dal fatto che i bus devono tornare due volte nello stesso luogo, passando e ripassando sui ponti, dopo un lungo giro. «Il Terminal, dove si pagano dal 1° luglio 25 euro, è stato creato proprio per evitare questo impatto negativo e ha funzionato durante il Giubileo, ma ora si torna indietro», prosegue. Non vuole immaginare motivi politici Filoni, ma piuttosto pensa a una certa disattenzione e si augura che «l’amministrazione abbia semplicemente dimenticato l’importanza dell’unica piattaforma di mobilità della città», un parcheggio bus coperto, integrato con i servizi limitrofi, che ha stipulato convenzioni con i residenti del I e del XVII municipio, che è collegato tramite il 116 elettrico con il centro storico e d’inverno per mezzo del 116T con i teatri. «Certo abbiamo avuto sempre problemi, c’era un piano bus mai controllato, ora però c’è l’eliminazione completa», insiste Filoni dispiaciuto di quanto sta accadendo e pronto a incontrare l'amministrazione. «Abbiamo dialogato per quanto è possibile con l’assessore alla Mobilità Marchi, ma non ci ha mai chiamato a un tavolo come soggetti che svolgevano un ruolo nel traffico della città. Ci auguriamo che rivaluti la nostra disponibilità, ma - conclude - essere esclusi è una cosa che non possiamo accettare».
Costruito, non senza polemiche nel 2000 in occasione del Grande Giubileo, per razionalizzare il sistema della mobilità nel quadrante del Vaticano, con servizi all’avanguardia per la sicurezza e l’impatto ambientale, si raggiunge in auto dalla Rampa del San Gallo e da via Pfeiffer e da Porta Cavalleggeri a piedi, per mezzo di scale mobili e tapis roulant. Dal parcheggio, 765 posti auto e 94 per la lunga sosta bus, si può andare facilmente a piazza S. Pietro, alla Sala Nervi e al Bambin Gesù. È costituito da sei piani con una superficie di 6500 mq ciascuno, due sono riservati ai bus, tre alle auto, il quinto livello ospita un’area di accoglienza e ristorazione con tre ristoranti in grado di servire oltre mille pasti al giorno.

Dà lavoro a 75 persone.

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