Terrorismo, anche per gli islamici giusto il giro di vite

Il vicepresidente: «Le nuove norme sono una garanzia». Borsa abbandonata: allarme al Castello

Paola Fucilieri

È snervante accettare di dover fare i conti ogni giorno con la subdola sensazione di un pericolo invisibile e che può nascondersi ovunque; un pericolo creato apposta da un nemico con imperscrutabili disegni di morte, ma anche solo di pressione psicologica. Anche gli islamici milanesi, infatti, sostengono di sentirsi più sicuri dopo che il decreto legge antiterrorismo è stato approvato sabato in tempi record, dopo che il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu ci aveva speso sopra tre settimane di anima, nervi e pazienza.
«Per noi musulmani le norme approvate possono essere solo una garanzia - ha commentato ieri Rosario Pasquini,italiano convertito da più di trent'anni all'Islam sunnita e vicepresidente del Centro islamico di Milano e Lombardia che ha sede a Segrate - Siamo sereni. Perché con l'esame del Dna si conosceranno le coordinate di tutti e molti di noi non rischieranno di essere disturbati inutilmente da chi continua ad abbinare terrorismo e Islam». E credergli, in questo caso, non è difficile.
«I terroristi - ha aggiunto Pasquin, smentendo categoricamente l'ipotesi che si pratichi qualsiasi “lavaggio del cervello” nei confronti dei fedeli - sono elementi anarchici che nulla hanno a che vedere con la giad, cioè lo sforzo individuale di ogni musulmano per realizzare la propria pace interiore».


Intanto ieri pomeriggio, un borsone d’indumenti abbandonato da un barbone su un tram della linea 4, in piazza Castello, ha creato l’ennesimo allarme bomba. I carabinieri hanno isolato la zona e, in pochi minuti, sotto il caldo africano, la tensione si è sciolta.

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