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Terrorismo, dodici arresti tra Marsiglia e Avignone: 3 legati al fermo di Napoli

Una rete terroristica lega l'Italia alla Francia. Delle 12 persone fermate per l’inchiesta sul fondamentalismo islamico, tre sono collegate all’arresto dell'algerino di Napoli. Sono state sequestrate pure armi

Terrorismo, dodici arresti 
tra Marsiglia e Avignone: 
3 legati al fermo di Napoli

Marsiglia - Una rete terroristica che lega pericolosamente l'Italia alla Francia. Dodici persone fermate oggi a Marsiglia e Avignone nel quadro di un’inchiesta sul fondamentalismo islamico. Dei fermati tre sarebbero collegati all'algerino arrestato sabato scorso a Napoli. Fonti della polizia fanno sapere che, nella stessa operazione, sono state sequestrate armi.

Gli arresti in Francia Dei dodici arrestati nove non sono collegati con gli altri tre compiuti sempre in mattinata, a carico di persone i cui nomi erano stati trovati addosso all’algerino arrestato sabato a Napoli. Nell’operazione, condotta su rogatoria di un giudice parigino in un’inchiesta aperta per "associazione a delinquere di stampo terroristico", sono state sequestrate "alcune armi, tra cui un kalashnikov e un fucile a pompa, oltre a numerose munizioni".

La rete terroristica Le autorità di Parigi hanno richiesto l’estradizione di Riad Hannouni, un 28enne di origine algerina, arrestato sabato nella città partenopea con un kit per la fabbricazione di esplosivi. I legami con Hannouni sono stati scoperti al momento dell’arresto a Napoli del 28enne ricercato dalle autorità francesi nel quadro di una indagine sui gruppi terroristici afgano-pachistani. L’uomo, del quale non è stata precisata la nazionalità, ha vissuto in Francia prima di partire per la zona pachistano-afgana, dove numerosi aspiranti jihadisti combattono o vengono addestrati. La polizia italiana, che aveva localizzato Hannouni mercoledì, lo ha pedinato per tre giorni, filmando i suoi spostamenti, fino all’arresto di due giorni fa. Sarebbe arrivato nel capoluogo campano a inizio settembre e frequentava due moschee del posto.

Gli inquirenti gli hanno sequestrato un computer e un telefono cellulare, e il vice procuratore della sezione antiterrorismo, Rosario Antelmo, ha aperto un fascicolo su questo caso.

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