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Terrorismo, ucciso nelle Filippine il comandante di «Abu Sayyaf»

da Manila

Il capo di Abu Sayyaf, braccio di Al Qaida nelle Filippine, è stato ucciso nei mesi scorsi in uno scontro a fuoco con i militari. La conferma della morte di Khaddafy Janjalani è stata data dal comandante delle forze armate di Manila, Hermogenes Esperon, sulla base dei risultati del test del Dna effettuato negli Stati Uniti dall'Fbi.
Il cadavere di Janjalani, l'uomo più ricercato delle Filippine e con una taglia Usa di 5 milioni di dollari sulla sua testa, era stato trovato lo scorso mese sull'isola meridionale di Jolo. L'uccisione risaliva probabilmente a una battaglia con i soldati di Manila combattuta a settembre durante un'offensiva dei militari nell'isola. A causa della decomposizione del corpo, non era stato possibile fare un'identificazione certa senza la conferma del Dna.
La notizia della morte di Janjalani rappresenta un nuovo successo per le Filippine e gli alleati americani nella lotta contro Abu Sayyaf, dopo l'uccisione nei giorni scorsi di un altro leader del gruppo islamico, Abu Solaiman.

Abu Sayyaf è responsabile dei più gravi attentati mai compiuti nelle Filippine, dai sequestri di massa (compreso quello a bordo di un traghetto che nel 2004 fece scoppiare un incendio in cui morirono 116 persone) alle bombe nel centro di Manila.

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