Terrorismo

"È il cuore degli interessi cinesi": l'attacco al porto che preoccupa Pechino

La Cina ha ripetutamente esortato Islamabad a fare di più per proteggere i suoi cittadini e i suoi investimenti, di cui il governo pakistano, a corto di liquidità, ha estremamente bisogno

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Negli ultimi giorni un attacco vicino al porto di Gwadar, nel sud-ovest del Pakistan, ha riacceso le preoccupazioni della Cina in merito alla sicurezza dei progetti collegati alla Belt and Road Initiative (o Nuova Via della Seta) in questo Paese. Otto assalitori hanno preso di mira il complesso dell'autorità portuale di Gwadar, a 7 chilometri dal porto stesso e gestito dalla China Overseas Ports Holding come parte del corridoio economico Cina-Pakistan (CPEC), facedo schiantare un'auto piena di esplosivo contro il cancello della struttura. Il bilancio parla di cinque morti tra i membri del personale di sicurezza del sito oltre a tutti e otto i terroristi.

Il porto di Gwadar nel mirino dei terroristi

Nikkei Asian Review ha scritto che l’attacco è stato rivendicato dalla Brigata Majeed dell'Esercito di Liberazione del Balochistan (BLA), un gruppo separatista che vuole creare uno Stato indipendente nella provincia del Balochistan. La BLA ha definito il blitz un avvertimento nei confronti degli investitori stranieri interessati a Gwadar, con un evidente riferimento al porto cinese di Gwadar, cuore degli interessi economici del Dragone in Pakistan. Lin Jian, portavoce del ministero degli Affari Esteri cinese, ha ribadito che Pechino sta dalla parte del Pakistan: "Sosteniamo fermamente gli sforzi del Pakistan per combattere il terrorismo e difendere la sicurezza e la stabilità nazionale".

In ogni caso, l’incidente ha messo in discussione l’efficacia degli sforzi del Pakistan per espandere la sicurezza per gli interessi cinesi nel Paese. Pechino ha ripetutamente esortato Islamabad a fare di più per proteggere i suoi cittadini e i suoi investimenti, di cui il governo pakistano, a corto di liquidità, ha estremamente bisogno. Il personale cinese era già limitato nei pressi del complesso portuale di Gwadar, il fulcro del CPEC dal valore complessivo di 50 miliardi di dollari.

Attenzione però perché l’attacco è arrivato anche poche settimane dopo l'insediamento del primo ministro Shehbaz Sharif in seguito alle controverse elezioni pakistane. Ricordiamo che il nascente governo Sharif mira a riprendere il lavoro attivo sui progetti CPEC.

Un messaggio per la Cina

L’attacco è avvenuto all'interno di una zona di massima sicurezza in una delle città più ben sorvegliate del Pakistan. "Attraverso questo attacco, i separatisti beluci hanno trasmesso al mondo il messaggio che non è sicuro investire in Gwadar, né per la Cina né per qualsiasi altra parte straniera interessata", ha affermato l’analista Kiyya Baloch, citato dal Nikkei. Negli ultimi mesi sia i ribelli beluci che i combattenti talebani pakistani stanno prendendo di mira la regione in cui sta attraversando il CPEC, che può essere completato soltanto in un contesto di pace.

A partire dal 2016, come detto, le attività del porto di Gwadar sono gestite dalla China Overseas Port Holding Company, azienda statale incaricata, tra l’altro, di coordinare il commercio petrolifero cinese in loco.

Scendendo nello specifico, questo è uno dei punti più importanti della Nuova Via della Seta, data la convergenza tra una rotta terrestre della Belt and Road Initiative e una marittima.

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