Stile

È tornato il tempo di stringersi la mano

L'orologio Grip comunica un'ora discreta, ispirandosi a un design di un'altra epoca

Fabrizio Rinversi

Il filosofo e matematico razionalista inglese Bertrand Russell (1872-1970), affermava: «Il potere, se mantenuto entro i suoi propri limiti, può accrescere grandemente la felicità, ma quale unico scopo della vita non conduce che alla catastrofe, interiormente, se non esteriormente». Russell era un pacifista convinto e queste parole possono essere lette come un riferimento a una gestione razionale del potere. Proprio a Russel e al tema dell'inclusività ha pensato Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, per la nuova pubblicità degli orologi Gucci, «on air» da giugno. Nelle immagini, realizzate dal fotografo Ari Marcopoulos (sessantaduenne, statunitense), la positività dell'interazione umana è rappresentata da un leader carismatico, impegnato in una campagna elettorale che lo porta a incontri ravvicinati con il pubblico: occasioni per mettere a fuoco le diverse personalità che un candidato può incontrare nel promuovere la sua elezione. Elemento chiave degli scatti è la stretta di mano, così da fissare l'attenzione sull'orologio indossato dagli «interlocutori» del candidato, nella fattispecie appartenente alla nuova collezione Grip, lanciata a Baselworld. Essa fa riferimento, non solo al modo in cui l'orologio si adatta perfettamente al polso, ma anche al mondo dello skateboarding: infatti, il segnatempo avvolge il polso come la scarpa aderisce al griptape di uno skateboard. E non è tutto, perché, osservando bene la cassa e l'estetica del Grip, si coglie la reinterpretazione di forme ed espressività artistiche appartenenti a un passato lontano quasi un secolo. Infatti, tale linea, da Gucci definita «genderless», pur se i 35 mm di diametro la indirizzano maggiormente verso un pubblico femminile (è disponibile anche il 38 mm, ma il concept dimensionale «vintage» dell'esemplare da polso, su misure contenute, sta tornando a vestire anche i polsi maschili), si riporta, sia per la forma carré cambrée, che per il design e la visualizzazione oraria, ai modelli da polso denominati «à guichet» (in italiano, «a finestrella»), che godettero di buona popolarità, seppur di pura nicchia, a partire dagli anni '10 e per tutto il periodo dell'Art Déco. Il noto movimento stilistico, nato nel 1925, che investì arti decorative e visive, architettura e moda, si caratterizzava essenzialmente per tratti classici e simmetrici, geometrie nette e plasticità nelle figure. Di fatto, la parola d'ordine dello stile Déco era «modernità», ma in stretta relazione con la «selettività» del target di riferimento. Nell'interpretazione elaborata da Gucci, la cassa quadrata sagomata accoglie sul fronte satinato tre aperture, destinate a visualizzare altrettanti dischi rotanti bianchi e graduati, sottostanti: due, ad arco di cerchio, con triangoli laccati rossi di riferimento, riguardano ore e minuti, ad occupare la superficie superiore del piano «quadrante», mentre l'ultima, a finestrella circolare, in basso, è relativa alla data. E, proprio qui sta l'originalità, poiché i modelli suindicati «à guichet», normalmente indicavano, in alto, l'ora (generalmente «a saltarello») su finestrella circolare e, sotto di essa, i minuti (raramente i secondi) su aperture semicircolari. La Casa fiorentina, poi, ha scelto un'alimentazione al quarzo, evidentemente Swiss Made (calibro Ronda) e ha declinato l'offerta su quattro versioni per ognuna delle due misure, in acciaio e in acciaio PVD oro giallo, con bracciale integrato ton sur ton, oppure con cinturino in pelle colorata: verde per la variante in acciaio, bordeaux per quella PVD oro giallo. I modelli con bracciale si distinguono anche per la presenza, sul piano frontale che accoglie le indicazioni, della simmetrica incisione del logo «GG», mentre lo sfaccio lucido della fascia perimetrale dissimula con gusto la lunetta.

I prezzi vanno dai 1.200 ai 1600 euro.

Assolutamente invitanti, per rendere ancora più esclusiva, e forse unica, la propria immagine.

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