Transizione energetica

La rotta di Forza Italia sull'energia: "l'Italia sia protagonista nel Mediterraneo"

Per l'europarlamentare forzista Massimiliano Salini il mix gas-rinnovabili-nucleare può rendere l'Italia un hub energetico nel Mediterraneo se la tassonomia della Commissione, passata oggi, sarà applicata al meglio

"Energia, l'Italia sia protagonista nel Mediterraneo"

Un'Italia protagonista nel quadrante euro-mediterraneo nella partita per la transizione energetica, da condurre in forma pragmatica sfruttando le potenzialità del gas come risorsa-ponte e rendendo la Penisola un hub nel "Grande Mare". Questa la visione espressa dall'europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini, membro della Commissione Industria, Ricerca, Energia dell'emiciclo di Strasburgo.

In una fase in cui la Commissione dovrà applicare concretamente la proposta di Tassonomia "verde" per la transizione approvata oggi dallL'Europarlamento, Salini avverte sul fatto che nel nuovo quadro comunitario c'è spazio per Roma: "in un percorso efficace di diversificazione delle fonti, gli investimenti europei sul gas potrebbero agire da propulsore sull’agenda comunitaria, rilanciando il protagonismo dell’Ue nel Mediterraneo e aprendo importanti prospettive geopolitiche all’Italia", ha scritto l'eurodeputato del Partito Popolare Europeo in una nota. "Per raggiungere gli obiettivi climatici e affrancarci dalla Russia" sulla dipendenza energetica "è indispensabile un mix energetico che includa anche gas e nucleare". In quest'ultimo punto, Salini segue quanto dichiarato nei giorni scorsi da Antonio Tajani, coordinatore nazionale forzista e ex presidente del Parlamento Europeo.

Gas naturale, nucleare, rinnovabili: anche Salini, come Tajani, sposa in pieno il trio di risorse per la transizione proposte dal Premio Nobel Carlo Rubbia come mix vincente per un processo pragmatico. L'oro blu e l'energia atomica, che Salini propone di rilanciare anche in Italia, sono a suo avviso fondamentali e chi ha tentato di affossarli, "escludendoli dall’atto delegato della Commissione, tiene una posizione miope che rischia di danneggiare cittadini e ambiente, indebolendo l’Ue sulla scena internazionale". Il riferimento è alla Sinistra Unita, ai Verdi e al Partito Socialista Europeo, compatti su una posizione che vedeva schierato anche il governo tedesco.

Dall'Algeria alla Turchia Roma sta diversificando le fonti di gas, a Nord la chiusura dei rapporti tra la Russia e diversi Paesi apre alla prospettiva di uno spostamento dell'hub energetico verso il Mediterraneo, nell'Est del Grande Mare i legami con Paesi come Israele, Egitto, Grecia, Cipro possono aprire a nuove alleanze infrastrutturali. E come ricordato anche da Cassa Depositi e Prestiti in un recente report sulla sicurezza energetica, le alleanze infrastrutturali sono la chiave per aprire a un utilizzo dual-use dei gasdotti. Oggi capaci di trasportare l'oro blu, domani utilizzabili per idrogeno e biometano nell'era della transizione, da accelerare garantendo col gas la possibilità che non ci siano strappi ideologici che rischiano, come successo con l'auto elettrica, di rendere il Vecchio Continente dipendente dalla base industriale cinese per liberarsi dallo scacco energetico russo.

Salini perora "iuna campagna mirata a riorientare gli investimenti infrastrutturali con corposi finanziamenti europei a sostegno dei gasdotti e dei canali di approvvigionamento nel Sud Europa - reti in futuro convertibili in corridoi per l’idrogeno verde" e ritiene che questa mossa "darebbe un segnale forte non solo sul piano climatico ma anche geo-strategico, spostando verso il Mediterraneo il baricentro dell’Ue, oggi fortemente condizionata dai Paesi del Nord, con un impatto a tutto campo che offrirebbe nuovo respiro alle politiche energetiche e industriali dell’Unione, uno scenario dove l’Italia avrebbe le carte in regola per muoversi con efficacia". Non è solo un wishful thinking ma una prospettiva concreta. Che va però messa al sicuro evitando che l'ambientalismo ideologico travolga le prospettive di una tassonomia pragmatica e funzionale all'obiettivo di conciliare transizione e sviluppo. Passata al vaglio dell'Europarlamento, decisione che Tajani ha definito di "buon senso", ora la sfida sarà applicarla concretamente.

E l'Italia può giocare un ruolo cruciale.

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