Triennale, un'«Anteprima» fra Teatro dell'Arte e design

Dal 4 all'11 luglio riapre il Teatro dell'Arte, in collaborazione con la Fondazione Crt Milano (Centro ricerche teatrali) e la Triennale di Milano, dimostrerà l'esistenza di un rapporto molto più stretto di quello che si possa pensare tra le arti del progetto e le arti performative. In sei serate speciali, infatti, il palcoscenico del Teatro dell'Arte e i suoi spazi annessi diventeranno il luogo dell'incontro creativo tra teatro, musica e danza con l'architettura e il design, grazie anche agli strumenti offerti dalle tecnologie digitali e dall'immagine elettronica.
Agli spettatori e alla città sarà data la possibilità di guardare al Teatro dell'Arte non più solo come semplice contenitore, ma il teatro e in particolare la sua architettura, il suo palcoscenico, i suoi angoli meno conosciuti diventeranno lo «spettacolo» dell'anteprima. Il pubblico potrà seguire un percorso, inusuale, personale e unico, in cui scoprire e sperimentare nuove forme teatrali e allo stesso tempo un modo diverso di vivere l'esperienza di spettatore.
La stessa sala che accoglierà il pubblico alla fine del percorso sarà trasformata e ognuno potrà decidere se assistere allo spettacolo live, restando in piedi o sedendosi a terra o sulle poltrone in balconata o facendosi coinvolgere dal ritmo della performance. Al gruppo di ricerca artistica Opera, diretto da Vincenzo Schino, è affidato il ruolo d'accogliere il pubblico e far iniziare il percorso di scoperta del Teatro dell'Arte. In questa installazione a essere chiamate in causa sono le certezze della percezione: come un'immagine fissa e bidimensionale, come quella di un dipinto, può cambiare e stravolgersi, mutare la percezione di chi guarda attraverso i suoni, le luci e anche le ombre proiettate dai corpi degli stessi spettatori. Due artisti internazionali molto diversi tra loro, ma significativi dell'apertura della programmazione a influenze molto distanti non solo geograficamente, sono stati scelti per segnare il primo e il secondo atto di questa anteprima in sei serate al Teatro dell'Arte.
Il 4, 5 e 6 luglio nella sala del Teatro dell'Arte il pubblico ha trovato il giapponese Ryoji Ikeda, con il suo linguaggio musicale e visivo totalmente generato da un computer. E l'artista è riuscito a trasfigurare la platea in un luogo suggestivamente ipnotico. Attraverso una potente colonna sonora il compositore/performer genera in tempo reale un intenso scorrere di immagini in bianco e nero.


Il 9, 10 e 11 luglio, invece, il musicista e compositore Supanggah con la sua Orchestra Gamelan mescolerà strumenti tradizionali con sonorità contemporanee insieme a danze della Corte di Sriwijaya, in un evento dal titolo Sakti, parola di origine sanskrita che sta ad indicare l'energia creatrice di tipo primordiale, generalmente femminile, che è alla base di ogni fertile cambiamento.

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