Il «trilogy» sui cui investire tra Canada e Uk

Il gestore punta su Stornoway, Firestone e Petra Diamonds

Ettore Schifrani

Investire in diamanti può essere un'opportunità a lungo termine interessante. Come recita il famoso slogan, infatti, «un diamante è per sempr». Tuttavia, prendendo in considerazione il crollo dei prezzi delle gemme grezze (-40% negli ultimi tre anni), questo tipo di investimento va attentamente ponderato anche alla luce dell'ascesa del mercato delle gemme sintetiche e della situazione economica problematica di Brasile e Cina. Secondo gli ultimi dati dell'istituzione del mercato, Rapaport, i prezzi delle pietre preziose stanno cominciando a stabilizzarsi in seguito al restringimento dell'offerta. L'indice 1-carat GIA-graded diamonds di Rapaport è cresciuto dell'1,4% nel Iprimotrimestre del 2016, proseguendo il trend positivo degli ultimi mesi del 2015. De Beers, il maggior fornitore di diamanti al mondo per valore, ha riportato in aprile che la domanda di gemme preziose è stata finora «significativamente più forte» rispetto a fine 2015. E sia De Beers che il suo principale rivale, Alrosa, concordano nel prevedere un eccesso di domanda di diamanti dell'1% nel 2017 e del 2% nel 2018. «Questo - spiega Evelyne Pflugi, cogestore del fondo Julius Baer Multistock-Energy Fund di Gam - creerà probabilmente un calo dell'offerta entro la fine del 2018. Inoltre, la probabile chiusura di diverse grandi miniere nel decennio successivo al 2018 potrebbe portare a un calo della produzione». La domanda di diamanti, infatti, è sempre stata intrinsecamente connessa alla loro limitata offerta. «Tuttavia - spiega Pflugi - il settore è reduce da un periodo difficile. Il rallentamento della domanda al dettaglio, in particolare in Cina, ha causato un calo degli ordini da parte dei gioiellieri che si è tradotto a sua volta in un accumulo delle scorte delle società di lavorazione e lucidazione. Player come De Beers hanno quindi risposto chiudendo alcune miniere e riducendo i prezzi per i diamanti grezzi». Un declino preoccupante? Non esattamente. «Dinanzi all'incremento della domanda, le giacenze di magazzino verranno esaurite in 6-12 mesi, spingendo di nuovo in alto i prezzi dei diamanti lavorati. Di conseguenza, ci sono i presupposti per una situazione profittevole per le società di taglio e lucidazione e, con l'aumento dei guadagni, gli acquisti di diamanti grezzi aumenterà, livellando verso l'alto il punto di equilibrio tra domanda e offerta. Con la graduale riduzione delle scorte inoltre, ci aspettiamo un rally dei prezzi, pur sempre con della volatilità, nel 2017 per i diamanti grezzi (pari al 10%), seguito da un ulteriore balzo nel 2018», spiega il gestore. In questo contesto dove possono essere diretti gli investimenti? Gam punta su un terzetto: la canadese Stornoway Diamonds, che ha un rischio Paese più basso rispetto ai competitor sudafricani; la britannica Firestone Diamonds, pronta a iniziare i lavori in una delle più grandi miniere di diamanti in Africa e ad avviare la produzione entro la fine del 2017, in tempo con un rialzo dei prezzi.

E, infine, l'inglese Petra Diamonds, attraente per il suo track record di consegna su volumi e qualità delle pietre.

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