Il trotto si sente defraudato dai «cugini» del galoppo

Gianfranco Fabbri*

Per la formazione del bilancio preventivo dell’Unire (il Coni dell’ippica), si sono succeduti incontri a tutti i livelli con i rappresentanti delle categorie, al fine di determinare eventuali tagli, se necessari, e a carico di chi e per quali specifiche voci di spesa. Il bilancio dell’Unire provvede ad una serie di uscite, molte delle quali incomprimibili: spese di funzionamento, gli stipendi del personale, le convenzioni con le Società di corse e successivamente le uscite per i compiti istituzionali, tra cui il montepremi per le varie branche, nell’ambito del quale sono poi compresi sia i premi spettanti agli allevatori che gli interventi relativi alle cosiddette “provvidenze” per l’allevamento, variamente articolate secondo programmi triennali, la cui triennalità ha unicamente un indirizzo politico, non costituendo un impegno triennale di bilancio. Le provvidenze, sono una serie di interventi, per la maggior parte assegnati alle due branche principali trotto e galoppo. Il trotto attualmente ha una produzione di puledri di oltre quattromila unità all’anno, mentre il galoppo non arriva ai duemila. Nonostante questa evidente disparità produttiva, le provvidenze sono assegnate al 50% per ciascuna branca. Quando invece il montepremi è assegnato con la proporzione del 60%-40%, anche se, sempre al di sotto delle reali capacità di produzione del reddito, che nella realtà sono almeno al 70% contro il 30% del galoppo. I motivi o giustificazioni a fronte di queste percentuali assegnate, sono tanti, il più delle volte ingiustificati e anche comici, ma questo è lo stato di fatto. Sulle provvidenze assegnate alle due branche, si aggira un fantasma da leggenda metropolitana: «Aiuti di Stato». Ogni volta che fa comodo viene agitato come uno spauracchio, a volte in buona fede, ma il più delle volte strumentalmente ed in aperta malafede. Ciò avviene puntualmente, per fare un esempio, quando il trotto chiede un riequilibrio nella distribuzione. Cercherò di dare una spiegazione nel modo più semplice e chiaro possibile, anche se la materia è ostica. Il settore del trotto opera nel pieno rispetto delle disposizioni di legge derivanti dalla direttiva comunitaria n. 428/90, che regola il settore in generale. Essa stabilisce in linea generale che le corse - per corse si intende la possibilità di partecipazione alle stesse - non devono contenere discriminazioni tra un cavallo allevato o nato in altro stato membro, che può essere consentita solamente una riserva per il 15% dell’ammontare totale del montepremi, da riservare a cavalli nati ed allevati in uno stato membro. Questa la regola di carattere generale, poi vi è una eccezione per quei settori che intendono avvalersi della facoltà di organizzare una razza specifica o attraverso l’utilizzo di un Libro genealogico, completamente chiuso come quello della razza francese, o come quello dei cavalli a sangue freddo (Kal Blood), allevati principalmente nei Paesi del Nord, oppure parzialmente chiuso come quello adottato da noi e da altri Paesi europei ma, senza alcuna limitazione territoriale nei confronti di qualunque operatore comunitario, purché dentro le regole del Libro genealogico. Questa basilare differenza potrebbe far sì che le provvidenze erogate a favore del trotto - essendo disponibili in teoria per qualunque cittadino europeo, non discriminato da alcuna regola di carattere territoriale o di nazionalità, nel rispetto delle regole del nostro Libro genealogico - facciano la differenza tra aiuti di stato e no. Tale differenza porta al fatto che gli aiuti statali di sostegno, a mio avviso, possono essere considerati illegittimi per il galoppo. Riconducendo poi questi proventi a bilancio si otterrebbe un miglioramento dello stesso e si riequilibrerebbe il rapporto economico trotto-galoppo dando al primo gran parte di quello che produce.

Il settore trotto che è la base portante del sistema corse-scommesse per la quantità dei valori prodotti che può mettere in campo, può trarre sollievo e tamponare in parte il forte ricorso alle corse estere, attualmente sempre in aumento, le quali possono dare sì un sostegno economico in quanto non c’è esborso di premi diretti, ma alla fine compromettono il settore zootecnico italiano attualmente positivo.
* consigliere dell’Anact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)

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