Cultura e Spettacoli

Trovato morto in casa Christoher Penn caratterista all’ombra del fratello Sean

Ancora da accertare le cause del decesso. Il quarantenne attore aveva interpretato tra gli altri «Rusty il selvaggio», «Le Iene», «America Oggi», «Starsky & Hutch»

Adriano De Carlo

La sera di lunedì la polizia di Los Angeles, in seguito alla chiamata di un vicino, ha rinvenuto nella sua abitazione il cadavere dell’attore Christopher Penn, quarant’anni, fratello del più famoso Sean Penn.
Christopher, attore a sua volta, di un paio d’anni più giovane, aveva un talento indiscutibile, tuttavia il volto badiale ed il fisico massiccio lo tenevano a distanza da ruoli da protagonista assoluto. Il fratello Sean, attraverso il portavoce della famiglia, Mara Buxbaum, ha invitato i media «a rispettare la loro privacy in questo difficile momento». Un atto dovuto. Chistopher Penn era nato il 10 ottobre del 1965 a Los Angeles, era membro di una famiglia votata ad attività artistiche: il padre Leonard è uno stimato regista, i suoi fratelli Sean, Matthew e Eileen sono attori dei quali Sean è il più titolato, vincitore dell’Oscar e oggi sulla cresta dell’onda anche come regista, mentre l’altro fratello Michael è musicista. Christopher aveva iniziato a studiare recitazione giovanissimo, presso il Loft Studio di Peggy Feury.
Il suo esordio cinematografico, nel 1983, è lusinghiero, diretto da Francis Ford Coppola in Rusty il selvaggio, accanto a Matt Dillon e Mickey Rourke, è circondato da una nidiata di attori, tra i quali Nicolas Cage e Diana Lane. Sparuto e grezzo, entra da comprimario dalla porta principale. L’anno successivo sarà uno dei protagonisti del fortunato Footloose, una pellicola sulla danza, in cui Chris si impegna a ballare con dignitoso impegno.
La sua filmografia si arricchisce di titoli prestigiosi, come Il cavaliere pallido (1985), diretto e interpretato da Clint Eastwood; A distanza ravvicinata (1986), un interessante studio sui giovani disadattati, crudele e violento, nel quale recita finalmente con il fratello Sean, protagonista del film. È nel 1992 coglie la sua prima affermazione, con il folle Quentin Tarantino, in quello che molti considerano il suo miglior film: Le iene, un gangster movie rivoluzionario e sanguinoso. Ma i suoi lineamenti sono ora quelli del caratterista, corposo e con lo sguardo liquido: saranno in seguito i suoi punti di forza.
Il suo volto faccioso, stralunato, è l’ideale per manifestare una certa esplosiva follia, dopo un apparente e rassicurante atteggiamento amichevole. Nel ’93, al festival di Venezia, conquista un premio collettivo, la Coppa Volpi all’intero cast di America oggi. È ancora Venezia nel 1996 a premiare il suo talento in Fratelli di Abel Ferrara, e stavolta non deve dividere il premio con nessuno. La sua carriera è altalenante, ma non declinante. Nei ruoli di gangster sanguigno o amico sincero non ha rivali.
Tuttavia la sua carriera appariva ora meno delineata, con apparizioni in pellicole soltanto commerciali, come la versione cinematografica di Starsky&Hutch. Chissà che la sua morte non sia la conseguenza di una carriera che lo aveva proiettato in una dimensione forse troppo grande per lui. Ma era un interprete che aveva saputo superare l’impasse di un fisico inadeguato, e senza farsi travolgere dalla fama del fratello Sean si era trovato uno spazio sicuro, garantito dal suo talento. Così almeno sembrava.

Purtroppo a soli quarant’anni, dopo circa cinquanta pellicole, il coroner non ha potuto che constatarne la morte, della quale si devono ancora accertare le cause.

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