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Tunisia, rivolta del pane: i morti salgono a 50

Continua a salire la tensione nel Maghreb per la rivolta contro l'aumento del costo dei generi alimentari di prima necessità. Rimane alta la tensione anche in Algeria, nonostante il governo abbia annunciato di voler ritirare la legge sui prezzi di pane e olio. Video: in rete i primi filmati amatoriali degli scontri

Tunisia, rivolta del pane: i morti salgono a 50

Tunisi - Continuano le proteste in tutto il Maghreb. La rivolta del couscous, che da mercoledì ha messo a ferro e fuoco l'Algeria, torna in Tunisia con una lunga scia di vittime: Sarebbero oltre 50 i morti nei violenti scontri tra sabato e domenica in diverse località della Tunisia. Secondo quanto appreso da radio Kalima, i morti sarebbero almeno 16 nella città di Thala, 22 a Kasserine, 2 a Meknassi, 1 a Feriana e 8 a Reguab. Numerosi i feriti. Sul suo sito Internet la radio riferisce inoltre testimonianze sul posto che parlano di un "massacro civile" e cita fonti secondo cui la polizia avrebbero aperto il fuoco anche contro il corteo funebre di un manifestante ucciso impedendo la cerimonia di inumazione e costringendo i presenti ad abbandonare il feretro sulla strada per il cimitero.

Le proteste dell'opposizione Un leader dell’opposizione in Tunisia, Ahmed Nejib Chebbi, ha rivolto un appello al presidente tunisino Zine Abidine Ben Ali affinchè dia alla polizia l’ordine di non sparare più. Deve "far cessare il fuoco", ha detto alla Afp.

In strada contro la fame Pane e democrazia, due elementi che scarseggiano e che hanno spinto giovani, vecchi e bambini a invadere le strade del nord Africa. A far esplodere la miccia della rivolta il rincaro dei generi di prima necessità che ha fatto lievitare i prezzi del 20 per cento. Una situazione esplosiva amplificata dall'altissimo tasso di disoccupazione e da un fattore anagrafico: Tunisi e Algeria sono due paesi giovanissimi. 

Dietrofront dell'Algeria: giù i prezzi di grano e olio Nemmeno la retomarcia del governo di Algerisulla tassa che ha fatto impennare i prezzi sembra aver frenato le violenze. Nuove misure sono state infatti adottate dal governo in Algeria. Lo ha annunciato un comunicato del primo ministro, Ahmed Ouyahia sottolineando che "il governo si attende dai produttori e distributori un’applicazione urgente degli effetti delle nuove norme sui prezzi". Tra le principali disposizioni adottate durante il Consiglio interministeriale, "una sospensione e esonero dei diritti doganali, di tasse e imposte" che permetteranno complessivamente di ridurre del 41% i prezzi. Dal 1 gennaio al 31 agosto, precisa la nota, saranno sospesi i diritti doganali, che ammontano a circa il 5%, sull’importazione di zucchero grezzo e raffinato e materie prime per la fabbricazione di olio alimentare. Sugli stessi prodotti è stato inoltre sospesa l’Iva (17%) e l’imposta sui profitti, tra il 19 e il 25%.

Inoltre, nello stesso periodo, il governo definirà insieme agli operatori un sistema per "stabilizzare in modo permanente i prezzi di zucchero e olio".

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