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Tutto lo sci del mondo Courmayeur, il paradiso sotto il Monte Bianco

Non solo disciplina alpina e freeride, ma anche fondo e «slow snow». E dopo la neve c'è spazio per relax, emozioni e movida

Lucia Galli

Fidatevi di Annibale e di chi dice che, con i suoi elefanti, scelse proprio Courmayeur per planare sull'Italia e irrompere nella storia di Roma. Lui aveva un buon motivo per transitare a queste quote, per le brade praterie del Col de la Seigne, che sbarrano la Val Veny. Oggi invece, per frequentare la stessa valle, di motivi ce ne sono almeno 1.224, quanti sono i metri di quota a cui Courmayeur è cresciuta in età, sapienza e grazia all'ombra del versante italiano e più aguzzo del Monte Bianco. Al posto di pachidermi dal passo incerto, sfrecciano Maserati, si pasteggia a bollicine Ferrari e si strisciano con generosità American Express: sì, la «Courma» del terzo millennio è anche quella patinata dello struscio in via Roma che, con una robusta opera di «rebranding» come dicono quello che parlano marketing - si è affidata a testimonial prestigiosi, in grado di richiamare nuovi segmenti di turismo di lusso. Eppure qui la vita scorre sempre scandita dal suono algido del campanile sghembo di San Pantaleone e il lusso è la «massa» delle possibilità con cui declinare i proprio sogni. «Enjoing Italy at its peak» è il claim dell'inverno 2.0 che impasta innovazione e tradizione in una sciolina che fa vincere tutti, i pigri e gli sportivi, i contemplativi e i volitivi.

Intanto per la neve: con oltre 50 km di piste fra Val Veny e Plan Checrouit, «Courma» (www.courmayeur-montblanc.com skipass 46-50 euro) va «sciata» non solo all'ingiù, ma anche naso all'insù per farsi un selfie da Courba Dzeleuna, vista Pyramides Calcaires o sopra a Peindent dove sembra di poter mordere il Bianco. Dal muro dell'Internazionale, ai boschi della Direttissima, dall'attacco del Gigante alle gobbe della Bertolini, le piste di «Courma» sono un'ordalia di emozione.

Accade lo stesso anche agli amanti dello sci da fondo in Val Ferret, ultimo avamposto d'Italia che si incunea, per 20 km, fra Francia e Svizzera con l'ardita cresta delle Grandes Jorasses. Qui ognuno va al suo passo: sci da fondo (skipass 8 euro), fat bike, ciaspole, scialpinismo, slittino e camoscio in civet o con polenta. Questa valle, punteggiata di chalet e piccoli ristori alpini, è perfetta anche per una semplice passeggiata a piedi, ed è uno dei segreti meglio conosciuti della Alpi Occidentali: fra i suoi picchi si è scritta la storia dell'alpinismo, da Giusto Gervasutti a Gabriele Boccalatte a Walter Bonatti. A questi ultimi sono dedicati due dei rifugi più panoramici della zona. Se il primo, il Boccalatte, è un nido d'aquila, da poco restaurato, per adepti di corde e ferrate, il secondo è un paradiso di leccornie adatto a tutti e aperto anche d'inverno.

Per dar del tu all'alta quota, l'indirizzo giusto è Skyway (www.montebianco.com biglietto 48 euro, possibilità di proseguire fino a Chamonix con funivia Liason), la nuova funivia che da Pontal, a due passi dal traforo del Bianco, accompagna fino ai 3.466 di punta Helbronner, a «sbalzo» sulla Mer de Glace, il ghiacciaio che conduce fino a Chamonix. Che siate freerider pronti (meglio se con guida www.guidecourmayeur.com) a lanciarvi nei molti fuori pista della zona dalla Vallée Blanche al Toula - , che siate armati solo di stupore e di macchina fotografica, l'abbraccio del Monte Bianco, del Dente del Gigante e dei loro satelliti di granito rosso, sarà forte e sincero. Fra ristoranti, cantine di vino, cinema e museo dei cristalli, la Skyway è un grande campo base di emozioni: molte le convenzioni con altre «meraviglie» della zona, fra cui Qc- Terme, il paradiso di Pré Saint Didier (www.termedipre.com) grazie a «benessere in quota», un biglietto unico a 78 euro che permette di scoprire Skyway e terme in due giornate consecutive.

Se il giorno si riempie veloce di piccole grandi ore alpine, la sera si può scegliere di tornare in quota con la funivia di Plan Cechrouit che accompagna alle molte baite gourmet sulla neve, oppure vivere la movida del paese. Ci sono i piatti corroboranti della tradizione valdostana moccetta e fontina in primis - o i raffinati stellati come il café Quinson di Morgex, a 10 minuti da Courmayeur, mentre per il dopo cena le ore piccole si ingannano nei caffè à l'ancienne come il Posta, o al raffinato Armadillo di La Palud, oppure con gioia anni '80 al Club House o ritmo argentino al Caffè delle Guide.

Per pacchetti e offerte www.

montblanc.it

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