Egonu e la metafora sul razzismo. Poi attacca i giornali: "Io decontestualizzata"

La pallavolista cerca di spegnere le polemiche sul razzismo e all'Ariston si lancia in una metafora. "Siamo tutti uguali oltre le apparenze". Poi la frase 'riparatrice' sull'Italia

 Egonu e la metafora sul razzismo. Poi attacca i giornali: "Io decontestualizzata"

Dopo le polemiche sull'Italia "Paese razzista", serviva gettare acqua sul fuoco. Splash. E infatti Paola Egonu l'acqua l'ha riversata davvero sul pubblico, ma a suon di retorica. Nel monologo pronunciato al festival di Sanremo, l'atleta azzurra ha affrontato il delicato tema del razzismo ricorrendo a una metafora abbastanza eloquente: quella dei bicchieri colorati pieni d'acqua. A nostro avviso, un espediente per prendere la questione alla larga, senza addentrarsi nelle pieghe di un argomento sul quale già si era sollevato un comprensibile e gran polverone.

Il monologo di Paola Egonu a Sanremo

"Quando mi fanno una domanda sul razzismo, mi viene da rispondere così: prendete dei bicchieri di vari colori e metteteci dentro l'acqua. Vedrete che la maggior parte delle persone sceglie il bicchiere trasparente, solo perché il suo colora ha il contenuto più limpido. Eppure, se proverete a bere da uno di quei bicchieri colorati, scoprirete che l'acqua ha sempre lo stesso gusto, fresco e vita. Perché siamo tutti uguali oltre le apparenze", ha affermato la pallavolista, strappando l'applauso facile al pubblico del teatro Ariston. Toni assai più contenuti rispetto a quelli delle ore precedenti, quando - in conferenza stampa, davanti ai giornalisti - aveva definito l'Italia "un Paese razzista che però sta migliorando".

Le accuse di vittimismo e l'attacco ai giornali

Peraltro, quella definizione discutibile è stata smorzata dalla Egonu sul palco con un altro passaggio del suo monologo. "Sono stata accusata di vittimismo, di drammatizzare e di non avere rispetto per il mio Paese e questo solo per aver raccontato brutte esperienze che ho vissuto, per aver dimostrato le mie debolezze e paure", ha affermato la campionessa di pallavolo. Ma quando si parla di "Italia razzista" è comprensibile che qualcuno possa dissentire o quanto meno chiedere conto di quell'accusa così forte. Così era accaduto proprio alla campionessa veneta, che tuttavia - invece di fare un passo indietro - se l'è presa con i giornali cattivoni che avrebbero travisato le sue affermazioni. Ma questo approccio non è un po' vittimistico?

"Io decontestualizzata"

"Spesso in passato sono stata definita ermetica, così nel tempo mi sono impegnata a raccontarmi un po' di più, provando a ridurre al minimo lo spazio di interpretazione. Questo non ha evitato comunque che alcune frasi venissero strappate dal contesto, tagliate, incollate in senso casuale e fiondate sui giornali come titoli usati per far rumore", ha lamentato la pallavolista. E ancora: "Ho imparato che ogni pensiero, una volta che si trasforma in parola e viene condivisa con qualcuno, non è più sotto il pieno controllo di chi l’ha pronunciata. Questo mi ha ricordato che dovremmo sempre cercare di risalire all'origine".

Sul finale del proprio intervento, la frase "riparatrice" che ha strappato un nuovo applauso al pubblico.

"Amo l'Italia, vesto con orgoglio quella maglia azzurra che per me è la più bella del mondo e ho un profondo senso di responsabilità nei confronti di questo Paese in cui ripongo tutte le mie speranze di domani". E meno male, ne siamo lieti. Forse - verrebbe da chiosare, ribaltando una certa narrazione - l'Italia è un Paese di gran lunga migliore di come talvolta viene raccontato.

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