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Uccisi due giornalisti negli scontri a Misurata L'Italia invierà in Libia 10 istruttori agli insorti

Ancora scontri a Misurata. Tra i morti ci sono anche i due giornalisti Tim Hetherington (nella foto), fotografo e documentarista inglese, e Chris Hondros, fotoreporter statunitense. La Francia intensificherà i raid aerei contro le forze del colonnello Gheddafi. Intanto Parigi ha inviato un gruppo di ufficiali di collegamento a Bengasi

Uccisi due giornalisti negli scontri a Misurata
 
L'Italia invierà in Libia 10 istruttori agli insorti

Misurata - Ancora scontri a Misurata. Tra i morti ci sono anche i due giornalisti Tim Hetherington, fotografo e documentarista inglese nominato all’Oscar per un suo documentario, e Chris Hondros, fotoreporter statunitense nominato per il premio Pulitzer. Un altro fotografo, Andre Liohn, rimasto a sua volta ferito a Misurata, ha scritto oggi sul suo profilo di Facebook che i due colleghi sono morti "mentre riportavano dal fronte". In un primo momento Liohn aveva scritto sul sito che solo Hetherington era morto, ma poco dopo ha aggiunto: "Anche Chris Hondros è morto".

Dall'Italia 10 istruttori militari agli insorti L’Italia metterà a disposizione del Consiglio degli insorti in Libia 10 istruttori militari, così come farà la Gran Bretagna. L'ha annunciato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, spiegando che questa decisione è stata assunta dopo un colloquio tra il presidente del Consiglio Berlusconi e il premier britannico, David Cameron. La Casa Bianca è favorevole all’invio di consiglieri militari dei paesi alleati. "Vogliamo ringraziare l’Italia per il suo annuncio sull’invio di istruttori", ha detto all’Ansa a Parigi Ali Al-Issawi, responsabile delle relazioni esterne del consiglio nazionale di transizione delle Libia (Cnt).

La Francia intensificherà i raid Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha promesso al leader del Consiglio di transizione libico (Cnt), Mustafa Abdel Jalil, che la Francia intensificherà i raid aerei contro l’esercito del regime del colonnello Muhammar Gheddafi. La Francia ha inviato un gruppo di ufficiali di collegamento a Bengasi, sede del Consiglio che amministra le aree della Libia liberate: si tratta della seconda iniziativa occidentale del genere, dopo la decisione britannica di mandare ai ribelli consiglieri militari. Anche gli ufficiali di collegamento francesi sono membri delle Forze Armate ma, ha precisato il portavoce governativo Francois Baron, i loro compiti saranno di tutt’altra natura: affiancheranno infatti il rappresentante diplomatico di Parigi, il primo accreditato dall’estero presso i ribelli, per "fornire consulenze e assistenza dal carattere essenzialmente tecnico, logistico e organizzativo", e in tal modo "contribuire a rafforzare la protezione della popolazione civile" nonché "a miglioramenti nella distribuzione degli aiuti umanitari e sanitari".

Combattimenti a Misurata Sono in corso combattimenti a Misurata, la città della Libia occidentale da settimane sotto assedio da parte delle forze di Gheddafi, che ieri hanno bombardato diverse aree della città. Due i giornalisti sono rimasti uccisi oggi a Misurata. Si tratta di Tim Hetherington e Chris Hondros. "I combattimenti sono ancora in corso in Tripoli Street", la via centrale che porta dalla periferia sud al centro di Misurata, ha detto Reda, aggiungendo che i ribelli "ora controllano il 50% della strada. L’altro 50% è controllato dai soldati e dai cecchini di Gheddafi". "Ieri ci sono stati bombardamenti in diverse zone di Misurata. Ora la situazione è calma, ma i bombardamenti potrebbero riprendere da un momento all’altro", ha proseguito il ribelle, aggiungendo che anche l’area vicina al porto, che è sotto il controllo degli insorti, è calma e le navi riescono ad attraccare. "Una nave turca con aiuti umanitari è arrivata 30 minuti fa. Due navi del Qatar sono arrivate ieri e hanno evacuato circa 1500 africani", ha concluso Reda riferendosi ai lavoratori stranieri che stanno cercando di lasciare Misurata. 

Elezioni libere La Libia potrebbe organizzare elezioni libere entro sei mesi dalla fine del conflitto, con la supervisione delle Nazioni Unite. È quanto ha detto il ministro degli Esteri di Tripoli, Abdul Ati al Obeidi, in un’intervista al Guardian, spiegando che il regime è pronto a prendere in considerazione un governo di transizione nazionale, prima del voto. Il capo della diplomazia libica ha ammesso che i colloqui in corso su un eventuale processo di riforma includono anche la questione "se Gheddafi debba rimanere al suo posto, o ritirarsi". "Ogni argomento sarà sul tavolo", ha confermato il ministro. Secondo Obeidi, la comunità internazionale dovrebbe accettare il fatto che la Libia deve decidere da sola e senza interferenze il proprio futuro. "Gli Stati uniti, la Gran Bretagna e la Francia spesso si contraddicono. Parlano di democrazia, ma poi arrivano in Libia e dicono che Gheddafi se ne deve andare. Dovrebbe deciderlo il popolo libico. Non dovrebbe dirlo alcun altro capo di Stato.

Tutto questo è contrario ai principi della democrazia".

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