Medicina

Ultrasuoni mirati: nuove frontiere della chirurgia della cataratta

Sono davvero notevoli i miglioramenti che la chirurgia della cataratta ha avuto negli ultimi anni, grazie all'evoluzione tecnologica. L'invasività è ridotta ormai ai minimi termini: basti pensare che, se nei primi interventi era necessaria un'incisione oculare di almeno cinque o sei millimetri, oggi ne sono sufficienti solo due per rimuovere il tessuto alterato e inserire la nuova lente artificiale. Questi progressi hanno contribuito alla diffusione di questo intervento che oggi è eseguito in oltre 550mila casi. Tra le varie tecniche, sta vivendo una seconda giovinezza quella a ultrasuoni, che recenti innovazioni hanno portato a un livello di perfezionamento elevato. «Questa metodica, in assoluto la più utilizzata al mondo, si avvale di uno speciale strumento a punta, che l'ultrasuono fa vibrare, provocandone un movimento che frantuma il cristallino», spiega il dottor Gianluca Rubiolini, medico oculista presso l'Ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona (Como), www.grvision.com. «La novità consiste nel fatto che oggi è possibile conferire a questo strumento una multi-direzionalità, che gli consente di eseguire non solo movimenti oscillatori antero-posteriori (a mo' di un pendolo), ma anche torsionali. L'intervento è quindi estremamente mirato, la quantità di ultrasuoni emessa è ridotta, l'impatto sull'occhio è minimo».
La tecnica a ultrasuoni trova indicazioni per tutti i tipi di cataratta, dalle forme lievi alle più avanzate. Miglioramenti significativi riguardano anche i cristallini artificiali: «Il materiale plastico con cui sono realizzati, dapprima rigido, col tempo è andato assumendo una consistenza sempre più malleabile, tanto che oggi può essere praticamente iniettato nell'occhio con un apposito strumento simile a una siringa, per poi essere posizionato, una volta all'interno, in modo definitivo», sottolinea il dottor Rubiolini. «Questo riduce sensibilmente eventuali rischi o effetti collaterali, accorciando notevolmente anche i tempi di riabilitazione. Il recupero visivo è rapido, con una visione soddisfacente già nelle prime ore postoperatorie».
Il fiore all’occhiello di questo tipo di chirurgia sono le lenti intraoculari di ultima generazione: cristallini evoluti in grado di contrastare anche difetti visivi preesistenti. Per i pazienti che lo desiderano e che ne fanno richiesta, miopia, ipermetropia e perfino astigmatismo possono essere corretti durante la rimozione della cataratta. Infine, una speciale lente multifocale permette di poter vedere da vicino, eliminando l’uso degli occhiali». È importante poter lavorare con tranquillità, studiando il paziente e valutando il tipo di cristallino da utilizzare.

Fondamentale la selezione del Centro dove eseguire l’intervento.

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