La Valcamonica, trampolino di lancio dello sci

Dall’amicizia con lo scrittore-scalatore Mauro Corona è nata la scelta di dedicarsi a disegnare l’alpinismo

Rolly Marchi

Conservo buoni sentimenti verso l'alta Valcamonica. La sua capitale, Ponte di Legno, fu pilastro del salto con gli sci negli anni anteguerra e per una quindicina anche dopo. Lassù fu costruito un «trampolino» gigante e un campione azzurro sbalordì l'Italia intera, e anche oltre, con un salto di 100 metri e 50 centimetri. Il primatista, Bruno Da Col, stupì anche Benito Mussolini che lo onorò con una medaglia d'oro al valore atletico. Poi, altro uomo volante eccezionale si chiamò - si chiama ancora e insegna a sciare - Giacomo Aimoni, due volte campione d'Italia, e anche lui «uomo lungo» fino a 160 metri! Adesso però il trampolino non c'è più ma da ieri esiste una mirabile novità che porterà gli sciatori da Ponte fino al Tonale su cabinovie a 8 posti con capacità di 1800 persone all'ora eliminando le esalazioni di migliaia di auto. I responsabili di quest'opera vanno fortemente laudati. Lo dico anche da buon trentino confinante con la Valcamonica per alcune ragioni. La prima: nel dopoguerra organizzai a Trento un concerto per il fenomenale maestro Arturo Benedetti Michelangeli il quale, cresciuto a Brescia, amava la Valcamonica e dopo avermi detto che la canzone con analogo titolo nessuno al mondo la cantava bene come Il Coro della SAT, volle conoscere i cantori e poi mi portò in Valle per una straordinaria polenta arricchita da sughi e carne. Fu in quel giorno che vidi pure Temù, la Val Sozzine e il trampolino di cui sopra. In seguito il Maestro divenne amico del coro e gli armonizzò ben 18 canzoni.
Anche lo Slalom Parallelo del Natale 1973 nacque lassù al Tonale, vittorie di Claudia Giordani e Gustavo Thoeni, e l'anno dopo giù in paese con il calore di una folla entusiasta perché era «nata» la Valanga Azzurra, festeggiata a mezzanotte in un goliardico dopo gara con tuffi nella piscina dell'hotel Mirella più o meno in giacca e cravatta. Ora, per sentimenti di riservatezza, non esterno altri ricordi meno uno: negli anni 60 per alcune estati radunavo sul Presena i «Topolini». Gianni Rivera, famoso calciatore, era mio buon amico, simpaticamente attratto dal sorriso di Anna, mio ausilio con la quotidianità dei ragazzini. Che al mattino si scatenavano sulla neve e al pomeriggio sul grande prato del Tonale dando calci al pallone assieme al fuoriclasse.

E ora, bravi amici di Ponte ancora fervidi auguri alla nuova grande funivia e relativa pista per tornare a Valle.

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