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Un viaggio nel tempo nel segno dell'eccellenza

La boutique milanese della Maison di Ginevra ospita una mostra unica, da non perdere

Fabrizio Rinversi

Il 31 marzo 1819, la società Vacheron Chossat & Cie si sciolse. Jacques Barthélemy, nipote del fondatore della Maison (nel 1755), Jean-Marc Vacheron, dal 1816 associato al cognato Charles-François Chossat e dal 1810 al timone dell'azienda, infatti, dopo aver conosciuto François Constantin e, soprattutto, il suo straordinario senso del commercio, gli propose di mettersi in società, per sviluppare i mercati fuori dalla Svizzera. Nacque ufficialmente, a Ginevra, la Vacheron & Constantin, una delle stelle più illustri dell'alta orologeria mondiale. Constantin aveva appena lasciato un altro prestigioso nome dell'haut-de-gamme delle lancette dell'epoca, Jean-François Bautte e si apprestava, instancabile viaggiatore, a divenire il motore del business della Casa, mentre a Jacques Barthélemy sarebbe toccato il ruolo di responsabile tecnico della produzione a Ginevra.

Constantin si diresse subito in Italia, consapevole di un forte apprezzamento dell'alta orologeria in quel territorio e di notevoli potenzialità di guadagno. Vi è da tener presente che gli archivi della Maison custodiscono transazioni che datano a partire dal 1812 e che, ad esempio, nel 1816 Vacheron vendette a Torino orologi per più di 16.000 franchi e l'anno successivo, Carlo Alberto di Carignano, futuro re di Sardegna e primo sovrano di Casa Savoia, divenne cliente e inaugurò la lunga serie di teste coronate che porteranno un segnatempo Vacheron. Emblematiche dell'animo intraprendente e sempre alla ricerca della massima qualità di Constantin, alcune frasi di una lettera che scrisse a Jacques Barthelemy, da Torino, nel luglio del 1819: «Se mi assecondate, vi prometto che guadagneremo con la nostra orologeria tanto quanto tutti gli agenti viaggiatori insieme. Saremo forti: i nostri prodotti sono molto apprezzati qui e, continuando a fare meglio se possibile, cosa sempre possibile, saremo noi a dettare i gusti ai compratori». Un concept confermato nel 1821 quando, da Firenze, Constantin stimolò il socio a migliorare sempre di più le richiestissime ripetizioni. Il mercato italiano si sviluppò straordinariamente, tanto che, a partire dal 1829 e fortemente tra il 1840 e 1850, la Maison assunse dei rappresentanti sul posto.

Da segnalare, nel 1906, durante l'Esposizione Internazionale del Sempione, a Milano, che Vacheron Constantin ricevette il premio della giuria internazionale per la qualità dei suoi segnatempo; la clientela italiana apprezzò poi, in particolare, i cronografi degli anni '50, realizzati dalla Casa ginevrina. Tutto questo sarà oggetto, dal 24 gennaio al 29 febbraio prossimi, della mostra «Vacheron Constantin e l'Italia - retrospettiva di una storia ininterrotta», un'esposizione di creazioni della Maison, allestita presso la boutique milanese del brand, in via Verri 9. Tredici esemplari, sei da tasca e sette da polso, datati dal 1824 al 1979. Sullo sfondo dello storico calendario completo con fasi di luna, ref. 4461 del 1950, si consolida, poi, la preziosa partnership della Maison con Pisa Orologeria, che gestisce la boutique.

Insomma, un viaggio nel tempo esclusivo di Vacheron Constantin, una di quelle pochissime Maison che hanno disegnato la leggenda dell'orologio.

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