Il viaggio surrealista di Petros

A differenza delle città mediterranee che ostentano il loro lato poetico, Milano non di rado nasconde personalità romanzesche che nel mondo dell’arte hanno segnato decenni di storia. È il mondo di Petros Papavassiliou, ottantaduenne pittore greco che negli anni Settanta scelse proprio Milano come musa ispiratrice per un viaggio nell’arte contemporanea che poggia salde radici nella tradizione della sua terra ma che ha attraversato la poetica delle avanguardie e quella dei maestri italiani. Nel suo studio a due passi dalla Stazione centrale, una montagna di tele e disegni che ripercorrono decenni di mostre, l’ultima delle quali a Milano intitolata «Karyatidi», tappa di un percorso che ha visto l’artista ateniese addentrarsi nei meandri allucinati del Surrealismo, della Metafisica e dello Spazialismo. «Il Mito -racconta- è sempre stato un elemento chiave a cui riferirmi, e non poteva essere altrimenti». Un elemento che l’artista svilupperà nel filone dei «Presocratici», una serie di grandiose opere corpus di una mostra itinerante in Italia e all’estero, accompagnata da pregevoli edizioni relative ai filosofi greci. L’elemento mitico sarà anche quello che accompagnerà la folgorazione per un altro artista greco ma naturalizzato in Italia, Giorgio De Chirico, a cui Petros dedicò un ciclo interpretativo denso di citazioni. È il periodo in cui si avvicina all’«entelechia» aristotelica, «ovvero la potenzialità che c’è in ogni seme di diventare la forma perfetta per cui è predestinato». Tre anni fa il Comune di Milano gli dedicò un’importante antologica nelle sale viscontee del Castello Sforzesco. Fu lo stesso sindaco Moratti a dedicargli un’affettuosa prefazione: «I temi che l’artista affronta -scrive- sottolineano gli interrogativi che ognuno di noi si pone, ovvero il mistero dell’origine della vita e del formarsi di ogni cosa attraverso un incessante processo di trasformazione». Nonostante le mostre in tutt’Europa, da Ginevra a Parigi a New York sotto l’egida del mercante mondiale Alexandre Iolas, fu proprio Milano il luogo dove dagli anni ’80 in poi, Petros sviluppò la sua intensa poetica fatta di composizioni surrealiste cariche di simboli e dai sempre accesissimi cromatismi. In quegli anni -che lo videro instancabile anche nell’attività di incisore- il suo studio e la sua abitazione divennero un punto di riferimento per tutti gli artisti ellenici che transitavano dall’Italia.

L'altro personaggio che dopo Iolas, ha maggiormente creduto nell'arte di Petros è stato l’editore Italo Grandi che per circa un decennio si è riservato l'esclusiva delle sue opere in Italia, organizzando negli anni novanta numerose esposizioni in spazi prestigiosi italiani ed esteri, accompagnate dalle pubblicazioni della sua Edi Artes. Oggi, a 82 anni, Petros continua a produrre arte e a diversificare il suo linguaggio, opere in cui le citazioni mitologiche fanno spazio a una rarefatta sensualità.

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