Roma

Vigili del fuoco, un’estate contro i piromani

Nei mesi caldi aumentano anche gli interventi per soccorso a persone sole, soprattutto agli anziani

Estate per molti vuol dire vacanza o calo dell’attività lavorativa e, di conseguenza, più tempo libero e relax. Questo non vale per i vigili del fuoco. Per loro estate vuol dire, soprattutto, emergenza incendi. Con l’arrivo della bella stagione, complici le alte temperature, la distrazione delle persone e, purtroppo, spesso anche il dolo, le chiamate di soccorso per spegnere i fuochi aumentano vertiginosamente. Le emergenze incendi, nei mesi caldi arrivano addirittura a raddoppiare rispetto all’inverno. E così, mentre la maggior parte della gente si dedica a passatempi un po’ più futili, i vigili del fuoco alzano il livello di allerta. Per questo, a partire dal primo giugno e fino al 30 settembre, viene approntata la campagna «antincendi boschivi» che prevede un potenziamento delle forze già in attivo durante il resto dell’anno. Al dispositivo di soccorso ordinario, con 1700 persone operative, vengono aggiunti altri presidi nelle zone più colpite dal fenomeno dei roghi. Qui viene potenziato il personale e vengono distribuiti i mezzi di soccorso.
Le aree più battute dagli incendi in estate, sono distribuite su tutto il territorio della provincia: si va dal litorale, con particolare attenzione per la pineta di Ostia, a tutta la zona ricoperta dai boschi come Tolfa, Bracciano e il Parco di Veio. I distaccamenti principali sono quelli di Cerveteri, La Rustica, Castelfusano, Torvaianica e, ad eccezione di Cerveteri, sono tutti esclusivamente di rinforzo per il periodo estivo. Nel distaccamento de La Rustica, ogni estate, vengono impiegate squadre di sei persone con due mezzi a disposizione, uno in grado di arrivare il più vicino possibile all’incendio e una piccola autobotte di supporto con 600 litri d’acqua. Solo un mezzo, ma completo di tutta l’attrezzatura viene assegnato a Torvaianica. Rinforzi speciali, invece, per il presidio di Castelfusano, dotato di una squadra di dieci persone dove, oltre a due mezzi convenzionali per lo spegnimento degli incendi e per gli altri interventi, c’è anche una «campagnola», un fuoristrada destinato alla sorveglianza delle aree a rischio. Sia che si tratti di incendi nei boschi o nelle pinete, che di focolai accesi ai bordi delle strade, tutti richiedono l’intervento dei pompieri e quest’anno il mese di giugno è stato già parecchio impegnativo. Sono stati 747, infatti, gli interventi di soccorso per incendi boschivi contro i 560 dello scorso anno. Nel 2004, il maggior numero di emergenze si è registrato a luglio, con ben 1476 interventi mentre, stando ai primi dati a disposizione del Comando centrale, lo stesso mese del 2005 si prospetta più tranquillo. E, lo scorso anno, neppure agosto è stato da meno, registrando ben 928 chiamate. Difficile risalire alle cause che hanno generato i roghi perché, la maggior parte delle volte, il fuoco si porta via proprio tutto, anche le prove. E oltre ai danni provocati dal fuoco, in estate aumentano anche quelli causati dall’acqua. Questi si verificano, in particolar modo quando la città si spopola. Con gli appartamenti vuoti e inutilizzati, aumenta la pressione negli acquedotti e le tubature più vecchie possono anche rompersi provocando allagamenti.
Ma in estate aumentano anche altri tipi di emergenze molto più drammatiche. Si tratta della sfera cosiddetta «del sociale» che riguarda tutte quelle persone che rimangono sole e hanno bisogno di aiuto. La scorsa estate le chiamate per soccorso a persone, da giugno ad agosto, sono state 927. «Nella maggior parte dei casi - spiegano i vigili del fuoco - si tratta di persone anziane, sole in casa che avvertono dei malori. In quel caso interveniamo noi. Entriamo nell’appartamento soccorriamo la persona e la consegniamo al 118. A volte, invece, sono anziani che hanno solo bisogno di medicine e non possono andare a comprarle da soli. Altre volte ancora si tratta di persone diversamente abili che non sono autosufficienti, o di chi vive problemi di emarginazione.

Ciò che accomuna queste persone, comunque, è la solitudine, che le spinge a chiedere il nostro aiuto».

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