Roma

Vigili urbani: Cisl, Cgil e Uil in stato di agitazione

C’è un assessore alla Sicurezza che «senza alcuna delega formale» si prodiga «a fasi alterne» nell’«intervento mediatico»; c’è un vicecapo di gabinetto, altra figura a cui la normativa non risulta attribuire ruoli di interlocuzione istituzionale, il quale a sua volta «delega ad altro rappresentante di cui si ignorano competenze e margini di decisione»; c’è poi l’assessore alle politiche della Mobilità, cui fanno capo «gli indirizzi per l’impiego operativo di un cospicuo settore del Corpo».
C’è infine il sindaco, dal quale dipende l’indirizzo politico della Polizia municipale, e che ad oggi si è distinto per aver “incoronato” per nomina diretta un comandante – Giovanni Catanzaro - con cui Cgil, Cisl e Uil hanno interrotto formalmente le relazioni sindacali, e per essere riuscito nell’impresa di ricompattare attorno allo stesso tavolo le sigle confederali.
Porta infatti la firma delle tre corazzate sindacali la durissima missiva inviata nei giorni scorsi al sindaco e per conoscenza agli assessori e a tutti i capigruppo in Consiglio comunale.
Un “ultimatum” all’amministrazione perché dia risposte concrete a un «Corpo al collasso - dice Daniele Ilari (Uil) -, che si trova in una situazione di estrema gravità». In cui «c’è la mancanza assoluta di organizzazione – incalza Giancarlo Cosentino (Cisl) -, in cui si presentano grandi piani di mobilità urbana ma poi ci si perde sulla quotidianità e sulla definizione di direttive di natura operativa che da tempo non abbiamo più». Parole dure, durissime. Che preludono, in mancanza di risposte immediate, alla proclamazione dello stato di agitazione, e a mali estremi a una mobilitazione della categoria. Per segnalare il profondo disagio al sindaco, ma anche a un comandante «che – è l’affondo di Marco D’Emilia (Cgil) – si sente autorizzato ad assumere iniziative unilaterali, dove la concertazione diventa quasi un inutile orpello».
Al Campidoglio Cosentino imputa «una scientifica volontà di non decidere, perché le scelte implicano responsabilità». Il problema, nella babele di competenze di cui dicevamo all’inizio (“imbarazzante confusione”, la chiamano i sindacati), è che le decisioni non si sa più neanche a chi doverle sollecitare.


Di certo – si capisce leggendo la lettera dei confederali - non al tavolo aperto dal vicecapo di gabinetto Luca Odevaine, «che ha presentato un documento assolutamente inadeguato – chiosano Cgil, Cisl e Uil -, che ha avuto il solo merito di mettere in chiaro l’inconsistenza dell’interlocuzione».

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