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Vignamaggio, il Chianti di Monna Lisa

C he cosa unisce Leonardo e William Shakespeare? Una tenuta del Chianti, Villa Vignamaggio, edificata nel XIV secolo dalla famiglia Gherardini a cui apparteneva Monna Lisa, che il grande artista vinciano ritrasse tra il 1503 e il 1506. Secoli dopo, nel 1993, fu usata dal regista Kenneth Branagh come set per la trasposizione cinematografica di Tanto Rumore per Nulla, una delle più celebri commedie del bardo di Stratford.

Per dire che questo è un luogo di glorie secolari, dove lo spirito contemporaneo va a braccetto con il fascino antico. Ciò che caratterizza anche i vini prodotti nelle due cantine (la antica e la nuova) con le uve delle bellissime vigne che circondano la rosea magione dall'agronomo Francesco Naldi e dall'enologo Giorgio Marone. Trecentomila le bottiglie prodotte ogni anno, per lo più appartenenti alla docg del Chianti Classico, ma con alcune divagazioni attorno al concetto di Cabernet Franc, che qui rinuncia in parte al cliché del vino ruvidamente tannico ed erbaceo per assumere caratteri di grande eleganza. Ma come detto sono i tre Chianti Classici il core business aziendale. Il Terre di Prenzano è prodotto con le uve provenienti dall'antico omonimo vigneto, di solo Sangiovese. Fa un anno di affinamento in botte di rovere e poi tre mesi di bottiglia e ha una silhouette da Chianti «modello», fruttato, piacevole, di grande bevibilità. Più ambizioso il Gherardino, da uve Sangiovese al 90 per cento e per il resto Merlot, con un affinamento in botti di rovere per 16-20 mesi e grande pienezza in bocca. C'è poi la Riserva di Monna Lisa, una gran selezione prodotta solo nelle annate migliori e con le uve provenienti dalle zone più vocate esposte a Sud-Ovest (Sangiovese all'85 per cento, il resto Merlot e Cabernet Sauvignon).

L'affinamento è di almeno 30 mesi in barrique e botti grandi, il naso ricco di note terziarie come tabacco e spezie, la bocca lunga e sontuosa.

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