Cultura e Spettacoli

La violenza sulle donne non è «Mai per amore»

«Com’è il pubblico di Raiuno? Una congrega di beoti? No: è un pubblico normale. Che segue i Tg, ma guarda anche trasmissioni orrende, inutili. Perché non cercare di migliorarlo un pochino, allora?». Non pretende di essere lei a riuscirci; ma dell’utilità del proprio tentativo (nonostante la crudezza del tema, e le polemiche che l’hanno accompagnato) Claudia Mori è assolutamente convinta. Mai per amore, quattro film d’autore - a firma Cavani, Pontecorvo e Von Trotta - in onda da martedì su Raiuno per quattro settimane, tratta infatti un tema scottante come quello della violenza sulle donne. Con immagini esplicite, e di forte impatto. Qualcuno ha dubitato sull’opportunità della sua messa in onda in prima serata su Raiuno. Qualcun altro ha protestato sul ritardo della messa in onda. «La verità è una sola: non c’è stato alcun ritardo - precisa il direttore di Raifiction, Del Noce -; aspettavamo il periodo più favorevole. E non è neppure vero che abbiamo operato dei tagli o delle censure sui film».
«Due di essi, però, in cui la violenza sulle donne si legava alla pedofilia e alla tratta delle nigeriane, avevano sollevato dubbi nel direttore di Raiuno - ammette la Mori (produttrice dell'intera collana)- che ritenendoli poco adatti a Raiuno, ha preferito non realizzarli». Ma meglio un compromesso che niente, argomenta la Mori «e oggi siamo fieri d’aver realizzato quattro storie su una piaga sociale di cui non si parla mai abbastanza». Aprirà la serie Troppo amore, con Antonia Liskova e Massimo Poggio: «modellato su storie autentiche - spiega la regista, Liliana Cavani - sulla violenza domestica, da risultare esemplare». Seguiranno Ragazze in web (con Carolina Crescentini) e Helena e Glory (con Barbora Bobulova), entrambi diretti da Marco Pontecorvo: «Il racconto di due forme di violenza più strisciante - dice il regista -; quella esercitata dai frequentatori delle web-cam davanti alle quali numerose donne si spogliano. E quella del racket della prostituzione in cui cade una donna straniera. Casi limite? No. I numeri sono terrificanti. E dimostrano quanto il problema sia attuale e diffuso".

Chiuderà la collana La fuga di Teresa con Stefania Rocca e Alessia Boni, per la prestigiosa firma di Margarethe Von Trotta.

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