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Il violoncellista David Geringas le suona all'Urss

"Sono nato tre volte nella mia vita: una quando mia madre mi ha partorito; poi quando sono arrivato a Mosca e ho iniziato a studiare con Rostropovich, e infine dopo la nostra emigrazione nel 1975, quando siamo arrivati in Occidente"

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«Sono nato tre volte nella mia vita: una quando mia madre mi ha partorito; poi quando sono arrivato a Mosca e ho iniziato a studiare con Rostropovich, e infine dopo la nostra emigrazione nel 1975, quando siamo arrivati in Occidente». A scriverlo è il musicista David Geringas, tra i maggiori violoncellisti contemporanei, in Non dirlo a nessuno. Memorie di un violoncellista (Zecchini, pagg. 334, euro 33), l'autobiografia scritta con Jan Brachmann.

Nato in Lituania da famiglia ebrea, nell'aprile del '63 Geringas giunse a Mosca dove viveva uno zio scultore. Una volta ammesso al Conservatorio di Mosca, entrò nella classe di Rostropovich fino a vincere il concorso sovietico a Baku nel 1969 e, nel, 1970, il concorso Cajkovskij. Dopo quel primo premio prestigioso passò «sotto osservazione speciale» per la sua possibilità di uscire dall'Urss. E infatti il suo futuro venne segnato da un incontro fortuito: una sera andò a trovare Rostropovich, ma lui era impegnato; aspettò e a un certo punto «la porta dello studio si aprì e ne uscì un uomo alto, con i capelli rossi e la barba». «Sai chi era?», gli chiese il maestro, «era Solzenicyn». Rostropovich ne era amico ed era lettore di quel repertorio vietato dal regime, e il fatto che Geringas fosse legato al «pericoloso» violoncellista infangato, censurato, silenziato dal regime e «circondato da divieti» non gli avrebbe facilitato la carriera. Nel '74 Rostropovich disse a Geringas di volergli parlare: non a casa sua perché spiata dal Kgb, non nella sua auto perché sicuramente infestata di cimici, ma in un suo Maggiolino non ancora passato dalle officine del regime. La decisione di Rostropovich di lasciare l'Urss spinse anche l'allievo a farlo. Da quel momento Geringas e la moglie tennero il più possibile nascosta la decisione per non danneggiare i colleghi amici: «Ero considerato un lebbroso. Contattarmi era pericoloso per gli altri. Non volevamo mettere in imbarazzo nessuno perdendo la faccia davanti a noi».

Il 10 aprile '75 Geringas tenne l'ultimo concerto in Urss a Baku, proprio la città in cui aveva iniziato la carriera: «In occidente si sono aperte artisticamente così tante novità che nei primi anni abbiamo vissuto in uno stato di costante eccitazione».

Ma questa è un'altra storia, quella, appunto, della sua terza rinascita.

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