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Vita artificiale: una corsa iniziata 60 anni fa

La corsa verso la vita artificiale è cominciata negli anni ’50, con le ricerche che nel 1956 portarono Arthur Kornberg ad ottenere in laboratorio la prima sintesi di Dna, premiate con il Nobel nel 1959

Vita artificiale: una corsa iniziata 60 anni fa

Milano - La corsa verso la vita artificiale è cominciata negli anni ’50, con le ricerche che nel 1956 portarono Arthur Kornberg ad ottenere in laboratorio la prima sintesi di Dna, premiate con il Nobel nel 1959. Da allora gli strumenti a disposizione dei genetisti sono diventati molto più sofisticati, come dimostra la prima cellula artificiale descritta su Science dal gruppo dell’americano Craig Venter, oggi a capo dell’istituto di Rockville (Maryland) che porta il suo nome. Insofferente di certe regole e tempi del mondo accademico, controverso e discusso, Venter è stato nello stesso tempo oggetto di critiche aspre e di una sterminata ammirazione per l’ambizione delle sue ricerche, tanto che tempo fa la copertina di un settimanale americano aveva scritto accanto alla sua foto «giocando ad essere Dio». Il suo obiettivo dichiarato è costruire organismi artificiali utili all’ambiente o alla medicina e ormai è a un passo dal raggiungerlo.
Ecco finora le principali tappe raggiunte nella corsa alla vita artificiale:

Giugno 2007 Primo cromosoma artificiale. Il gruppo di Venter riproduce fedelmente in laboratorio il Dna di un batterio chiamato Mycoplasma mycoides.

Agosto 2009 Il Dna naturale del batterio Mycoplasma mycoides viene trapiantato nel batterio di una specie molto vicina, il Mycoplasma capricolum. A raggiungere il risultato è ancora una volta il gruppo di Venter.

Oggi Il Dna artificiale, copia del Dna del Mycoplasma mycoides, è stato trasferito nel batterio Mycoplasma capricolum, che diventa così la prima cellula naturale controllata da un programma genetico costruito in laboratorio. 

Prossimo passo Ottenere quello che Venter chiama Mycoplasma laboratorium, ossia un batterio costruito su misura per svolgere determinati compiti e diverso da qualsiasi organismo esistente in natura. Si avvicina così l’era della biologia sintetica, che permetterà di riscrivere interi codici genetici per creare macchine metaboliche specializzate e costruire in laboratorio esseri viventi che non somigliano a nessuna forma di vita esistente in natura. Nei laboratori più avanzati sono al lavoro velocissimi sintetizzatori di Dna, capaci di produrre lunghe sequenze di materiale genetico a partire dai mattoni chimici della vita: zuccheri, composti a base di azoto e fosfati.

È alle porte un cambiamento cruciale, che costringerà a ripensare i confini fra biologico e artificiale e a rivedere lo stesso concetto di vivente.

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