Stile

Vita da lounge: anche il low-cost diventa lusso

Mini spa, Wi-Fi, buffet golosissimi e massaggi L'accesso a queste oasi di pace? Non è riservato solo a chi viaggia in business o in prima classe

Non solo per chi vola in business e prima classe: le Vip lounge degli aeroporti aprono le porte anche a chi viaggia in economy o con compagnie low cost, offrendo loro tutti quei comfort che, tra un'attesa e uno scalo, conciliano i concetti di partenza e vacanza. Gratis o a prezzi ragionevoli, le vie per accedere a quelle oasi di pace e di lusso non mancano.

Ai frequent flyer che viaggiano spesso con la stessa compagnia aerea conviene accumulare le miglia e, raggiunta una certa soglia, richiedere lo status di socio d'élite, quindi ottenere l'ingresso alle esclusive lounge. Certo, occorrono tempo, frequenza e costanza, ma d'altronde non costa niente e il servizio in palio fa la differenza. Specie se si vola dall'altra parte del mondo, con intercontinentali tanto lunghi quanto scomodi, o se capita spesso di entrare e uscire dagli aeroporti, salire e scendere dalle nuvole. Perché, una volta dentro queste salette oggetto dei desideri dei viaggiatori, si dimenticano code e trambusto e gode di ambienti appartati e silenziosi. Con buffet appetitosi, giornali internazionali, Wi-Fi ben funzionante (e non che salta, insieme ai nervi, ogni due per tre), prese per ricaricare il telefono in ogni angolo. E anche sedute più comode, toilette (pulite) con vanity kit, docce, a volte persino postazioni per massaggi e mini-SPA. E, ancora, aree business per lavorare fino al decollo in totale riservatezza. Ai fumatori, poi, può capitare di trovare esaudito il malsano sogno nel cassetto: la smoking area privé. In più il personale è sempre sorridente, come se fosse felice di soddisfare ogni richiesta, dall'upgrade del biglietto al cambio di posto a bordo. Insomma, le Vip lounge sono la coccola e la svolta in aeroporto, oltre che l'invenzione strategica di American Airlines. Fu la compagnia made in Usa ad aprire la prima come strumento promozionale nel 1939 all'aeroporto LaGuardia di New York. Da allora si sono moltiplicate, prendendo man mano più spazio in tutti i principali aeroporti del globo. Addirittura le compagnie fanno a gara a chi ce l'ha più bella, più grande, più lussuosa. E via a investimenti di milioni di euro spalmati su superfici anche di mille metri quadrati con arredi di design e gingilli hi-tech. Un peccato non goderne. Ecco, allora, altre vie per accedervi. Come le membership, anche se qui i prezzi salgono: «viaggiano» dai 200 ai 500 euro. In alternativa, ci sono i vantaggi delle carte di credito «normali»: alcune danno il via libera a costo zero e a volte i titolari non sanno che con una rapida verifica diventano Vip di default, nelle lounge perlomeno. Certe compagnie aeree, poi, emettono delle proprie carte di credito, che prevedono il free-pass alle lounge.

Altrimenti si può puntare sulle pay-per-use lounge. E qui viene il bello. Si tratta di lounge indipendenti, gestite da società private, presenti in quasi tutti gli aeroporti e aperte a chiunque abbia un apposito pass, a prescindere dal tipo di biglietto e compagnia aerea. Tradotto: pagato il pass, l'ingresso è libero. Il costo del pass cambia in base a società e aeroporto. A Milano Malpensa, per esempio, i prezzi oscillano tra i 30 e i 40 euro, a Parigi (Charles De Gaulle) tra i 35 euro e i 60 euro; mentre a New York (JFK), dove c'è l'imbarazzo della scelta una trentina di lounge tra i vari terminal - vanno dai 35 ai 60 dollari. Per conoscere tariffe e disponibilità c'è un'app apposta: LoungeBuddy. Gratuita sia su Apple Store sia su Google Play, raccoglie più di 2mila pay-per-use lounge distribuite in oltre 800 aeroporti.

E correda ciascuna di costi, servizi, immagini, recensioni e modalità di prenotazione direttamente dal proprio smartphone.

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