Roma

Il X municipio apre ai Pacs, il centrodestra insorge

Antoniozzi (Fi): «Un altro triste primato per Roma»

Con una firma, ieri mattina, tre coppie hanno chiesto di essere iscritte nel registro delle unioni civili, una prerogativa che il X municipio si è attribuita con una delibera municipale approvata lo scorso dicembre. Questo mentre il paese ancora è diviso sulle coppie di fatto. Ma non importa. Il presidente del municipio, Sandro Medici, lo stesso che lo scorso ottobre ha requisito 15 alloggi per assegnarli a persone bisognose e per questo è indagato per abuso d’ufficio, va più veloce del Parlamento. E non solo presiede la cerimonia, organizza anche un buffet nella sala consiliare addobbata per l’occasione e regala un libro di poesie d’amore agli apri-pista di questa iniziativa. Tutti eterosessuali. All’appello mancava una coppia gay, Claudio e Alfredo, ma non perché uno dei due avesse avuto un ripensamento, ma soltanto perché il traffico ha impedito ad Alfredo di arrivare in tempo.
Puntuali le polemiche. «Con il primo matrimonio di una coppia di fatto e la conseguente apertura anche alle unioni civili dei gay, Roma segna un altro triste primato nella storia di questa consiliatura», attacca il candidato sindaco di Fi Alfredo Antoniozzi. Una netta condanna arriva anche dall’altro aspirante sindaco, di An, Gianni Alemanno: «È una brutta storia che doveva essere evitata. Un municipio non può scavalcare un dibattito che sta spaccando il paese. Chiederemo al Comune di prendere una posizione di condanna». Il capogruppo di An alla Provincia, Piergiorgio Benvenuti, se la prende con il presidente Medici «che anche in questo caso si sente il vero monarca di un segmento della città, prendendo provvedimenti senza rispettare le leggi». Sulla stessa linea Sergio Marchi, capogruppo di An in Campidoglio, e Vincenzo Piso, presidente della federazione romana di An: «Forse qualcuno dovrebbe spiegare a Medici che il suo municipio non è una repubblica indipendente». Per i due esponenti di An quello che è accaduto in X municipio deve essere «un monito per gli italiani»: «Se dovesse vincere l’Unione si aprirebbe la strada alla distruzione della famiglia tradizionale». Contrario anche Fabio Russo, capogruppo di An in X municipio: «È una provocazione politica realizzata a fini elettorali». «Ma con chi stanno il presidente del X municipio, la sua giunta e la sua maggioranza? Non stanno forse con lo stesso centro-sinistra che governa il Comune, la Provincia, la Regione e vorrebbe governare il paese?», chiede Stefano De Lillo, vice capogruppo regionale di Fi. Il segretario regionale dell’Udc parla di «vergogna per la nostra città». Per Mirko Coratti, consigliere comunale dei Popolari-Udeur, è «un grave errore»: «I Pacs - dice - sono materia che deve riguardare il Parlamento». «Sulla questione dei Pacs - osserva l’assessore agli Affari Istituzionali dell’Udeur Regino Brachetti - ancora una volta dobbiamo constatare una pericolosa tendenza all’autolesionismo da parte di alcuni settori del centro-sinistra». Anche Silvia Costa, assessore alla Scuola della Regione ed esponente della Margherita, fa notare come la decisione di Medici sia «in contrasto non solo con la Costituzione ma anche con il codice civile». «Quanto avvenuto in X municipio - denuncia il vice coordinatore della Margherita del Lazio Claudio Moscardelli - rappresenta un elemento di forzatura e non aiuta il centro-sinistra nella difficile competizione elettorale».


Prese di posizione, quelle del centro-destra, che Enzo Foschi, consigliere regionale dei Ds, non condivide: «Trovo paradossale che dalla destra arrivi un atto d’accusa contro il X municipio che ha come fondamento il rispetto della legalità. Ma di quale legalità parlano?». Franco Grillini, deputato dei Ds, accusa la destra di essersi «prodotta in giaculatorie ideologiche in difesa della famiglia tradizionale che nessuno ha mai messo in discussione».

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