Roma

Tra zampogne e liuti cinesi tornano di moda i ritmi popolari

«La musica nasce nel cuore dell’uomo. Quando il cuore è commosso da cose esterne, la sua emozione si traduce con il tono della voce». Questo pensiero, tratto dal Memoriale dei riti cinese, potrebbe essere anche nostro, a dimostrazione che il patrimonio culturale della musica popolare, pur nelle peculiarità proprie di ogni popolo, appartiene a tutti. La musica della nostalgia, ovvero un «omaggio alle tradizioni culturali tra Italia e Cina», è l’evento proposto dalla Soprintendenza ai Beni storici, artistici ed etnoantropologici del Lazio per il 15 dicembre, dalle ore 15 alle 19, presso il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma (piazza di Santa Croce in Gerusalemme 9/a). L’evento comprende un concerto e la visita guidata alla mostra di antichi strumenti cinesi che sarà visitabile fino al 20 gennaio. La mostra vuole valorizzare la collezione museale cercando di evidenziare le tante curiosità relative gli affascinanti strumenti orientali, le caratteristiche e i contesti nei quali venivano suonati. Il pipa, uno strumento a 4 corde, chiamato talvolta liuto cinese, l’erhu, un violino a due corde dalla cassa in legno di sandalo rosso rivestito di pelle di serpente, lo zheng, una cetra a ponticelli mobili a 13 corde, e tanti altri strumenti vengono messi a confronto con quelli della nostra musica popolare, come le zampogne e i pifferi, che proprio in questo periodo assurgono a una maggiore dignità per le melodie legate all'annuncio del Santo Natale.
Il tema italiano dell’evento riguarda in effetti la musica folclorica del Lazio meridionale, in particolare quella proposta dai musicisti di Villa Latina (provincia di Frosinone), sede dalla seconda metà del Settecento di un importante artigianato di zampogne e altri strumenti a fiato tradizionali, e la musica popolare abruzzese, eseguita dal gruppo DisCanto.

La musica popolare cinese, che si avrà modo di ascoltare in video, evidenza l’unione tra l’uomo e la natura.

Commenti