Cultura e Spettacoli

Il selvaggio Keith Flint, anima dei Prodigy. La band: "È suicidio"

Con i suoni elettronici animava i «rave» Nel 2015 aveva detto: «Un giorno mi ucciderò»

Il selvaggio Keith Flint, anima dei Prodigy. La band: "È suicidio"

Non è un caso che Keith Flint, Liam Howlett e Leeroy Thomhill si siano conosciuti a un rave party... Perché con il nome di Prodigy questi ragazzi inglesi avrebbero costruito la colonna sonora di quelle «feste» scatenate con il loro «big beat». L'idea originaria infatti era quella di creare un gruppo di artisti - dj, ballerini e chi più ne ha più ne metta - per animare questi party. Ieri Flint se n'è andato all'improvviso a 50 anni non ancora compiuti, trovato morto nella sua casa. Come avviene per ogni rockstar che si rispetti, sulla morte aleggia un pizzico di mistero. Secondo il quotidiano The Sun e l'amico e compagno d'avventura Howlett, Flint si sarebbe suicidato nel suo appartamento inglese di Great Dunmow. «La notizia è vera - ha scritto su Twitter Howlett - non posso credere al fatto che lo sto dicendo ma nostro fratello Keith si è tolto la vita durante il fine settimana. Sono scioccato, arrabbiato, confuso e ho il cuore spezzato». Sui motivi del (presunto) suicidio per ora non si sa nulla, ma nei fan rimane un triste presagio di un'intervista del 2015 in cui Flint dichiarò: «Quando avrò finito mi ucciderò». Dance, techno, elettronica mischiati con un pizzico di punk, persino fughe psichedeliche mescolate ai suoni del clubbing(specialmente nell'album Always Outnumbered, Never Outgunned) sono il cocktail vincente di questa band... Suoni ruvidi, backbeat e campionamenti per quelli che sono diventati eroi del techno hardcore. Elettronica ne usavano comunque molta, prendendo anche spunto con i loro campionamenti dai cartoni animati. «Odiamo le etichette - diceva Flint - siamo figli del nostro tempo e usiamo i mezzi di comunicazione moderna per esprimerci». «Il nostro fratello e miglior amico - continua Howlett - era un vero pioniere, un innovatore, una leggenda. Ci mancherà per sempre». Già, un ribelle e un innovatore, che però a più riprese si era allontanato dai Prodigy (il cui nome nasce da un sintetizzatore che Howlett usava per comporre le loro canzoni). La band aveva firmato un nuovo contratto discografico due anni fa con la Bmg, per poi pubblicare l'anno scorso No Tourists, il settimo capitolo musicale della loro carriera, accompagnato dal singolo Need Some. L'album è stato completamente scritto, prodotto e mixato da Howlett, anche se vi hanno partecipato per intero anche Flint e Thomhill. Che Flint fosse stato depresso per questa sua «diminutio» all'interno della band? Invidie o dissapori con Howlett? Sembrano domande capziose. L'unica realtà è la morte di Flint.

Cosa faranno ora i Prodigy, compagni di strada e rivali di band come Chemical Brothers e The Crystal Method (che hanno firmato la colonna sonora del popolare serial Bones). Erano partiti con musica definita goliardica con l'album Experience, un caposaldo dell'hardcore. Music For the Jilted Generation è il disco con cui cominciano a farsi conoscere e a ottenere il successo con brani che attaccano la dance e la techno commerciale dell'epoca. The Fat of the Land è il loro album più famoso, che contiene l'hit Smack My Bitch Up, censurato perché «incitava alla violenza contro le donne», suscitando la piccata reazione di Howell che disse: «Chi pensa che sia una canzone sul bello del picchiare le ragazze è senza cervello».

Nonostante questi incidenti di percorso la loro musica e la figura di Flint hanno sempre più ispirato la musica elettronica moderna.

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