Monza, imprenditore in manette: la società fattura 82 milioni ma non versa un euro al Fisco

Arrestato un imprenditore di 44 anni. Le accuse dei finanzieri: "Nonostante un fatturato di tutto rispetto e 2.200 collaboratori sparsi in tutt’Italia, non pagava nulla"

La Guardia di Finanza di Monza arresta un imprenditore monzese per frode fiscale
La Guardia di Finanza di Monza arresta un imprenditore monzese per frode fiscale

Maxi blitz delle Fiamme Gialle di Milano nelle sedi del gruppo Viesse International Holding. Questa mattina è finito in manette un imprenditore lombardo, leader nella fornitura dei servizi alle aziende. Nel mirino il gruppo composto da dieci società con quartier generale a Usmate Velate, in provincia di Monza e Brianza.

"L'imprenditore - spiegano gli inquirenti - è stato arrestato per una frode fiscale di ingenti dimensioni, un’evasione di imposte e di contributi previdenziali quantificata in 50 milioni di euro". Magistrati e finanzieri stanno, infatti, indagando su una frode fiscale di ingenti dimensioni, un'evasione di imposte e di contributi previdenziali quantificata in 50 milioni di euro, basata sulla falsificazione della contabilità e sull'illecito utilizzo delle compensazioni tra crediti e debiti tributari. Le indagini sono partite da alcune segnalazioni sul conto di società del Gruppo Viesse, trasmesse dall'Inps e dall'Agenzia delle Entrate di Monza alla procura locale, per irregolarità rilevate nel pagamento di debiti previdenziali. Per far luce sulla vicenda, i pm Manuela Massenz e Giulia Rizzo hanno deciso di raccogliere le diverse segnalazioni in un unico fascicolo ed affidare le indagini ai militari del Gruppo Guardia di Finanza Monza. Dopo una serie di accertamenti preliminari, agli inizi del 2013 le Fiamme Gialle monzesi hanno notificato i primi avvisi di garanzia a sette tra amministratori e rappresentanti legali delle società del Gruppo Viesse e sono scattate le perquisizioni ordinate dai pm presso le sedi delle aziende e delle abitazioni degli indagati.

Sono stati necessari alcuni mesi ai Finanzieri per esaminare tutta la contabilità delle aziende (sedici quelle coinvolte) e per ricostruire l'ingegnoso e, al tempo stesso, insidioso meccanismo evasivo messo in piedi per aggirare il fisco. Nonostante un fatturato di tutto rispetto (oltre 82 milioni di euro) e 2.200 collaboratori sparsi in tutto il Paese, le aziende del gruppo non hanno versato praticamente né imposte all'erario pubblico né contributi all'Inps ed all'Inail. Infatti, i debiti tributari e previdenziali maturati dalle società sono stati con sistematicità illecitamente "azzerati", ossia compensati con crediti Iva del tutto inventati oppure artatamente gonfiati: le fatture ricevute venivano annotate sui registri Iva con importi decisamente maggiorati, per aumentare il credito Iva delle singole società. L'imprenditore è attualmente detenuto nel carcere di Monza, a disposizione dell'autorità giudiziaria, per rispondere delle accuse di evasione fiscale, indebite compensazioni d'imposta, omessi versamenti di ritenute fiscali operate nei confronti dei propri dipendenti. Per garantire le casse pubbliche in caso di condanna dell'indagato, i finanzieri monzesi hanno sequestrato su ordine del gip un vero e proprio patrimonio immobiliare di cui l'arrestato disponeva direttamente o attraverso familiari e società. Dalla villa con piscina, sauna e bagno turco a Lesmo dove l'imprenditore vive insieme alla famiglia, al super attico ad Alghero, dalle sei villette di Villasanta ai tredici appartamenti.

E ancora: 43 capannoni industriali e una quarantina di terreni distribuiti tra le provincie di Milano, Monza, Bergamo, Lecco e Sassari. Sono, infine, state sequestrate anche disponibilità liquide su conti correnti per circa 100mila euro. Il tutto per un importo pari a 50 milioni di euro.

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