Progettavano attentato al Carnevale di Venezia. L'inchiesta sui 4 kosovari arrestati nell'aprile 2017

Emergono particolari inquietanti dalle carte dell'inchiesta sui quattro kosovari (di cui uno minorenne) arrestati quasi un anno fa. Avevano in mente un grande attentato al Carnevale di Venezia, con armi da fuoco, coltelli ed esplosivi

Progettavano attentato al Carnevale di Venezia. L'inchiesta sui 4 kosovari arrestati  nell'aprile 2017

Avevano in mente di compiere un attentato per macchiare di sangue il Carnevale di Venezia. Per fortuna il loro piano non è andato a termine, grazie all'intervento delle forze dell'ordine che hanno sgominato la banda dei quattro kosovari, arrestati la scorsa primavera. Sulle carte dell'inchiesta, di cui parla il Corriere della sera, si legge che la cellula aveva come covo un appartamento a San Marco. In manette un 17enne e tre maggiorenni: Fisnik Bekaj (24, anni), Dake Haziraj (25) e Arjan Babaj (27). Quest'ultimo sarebbe stato il "predicatore".

Da una conversazione intercettata il 13 marzo scorso si evince che una delle armi doveva essere un coltello. "Fisnik una volta è riuscito a tagliare la testa di una mucca. E dice che basterebbe un colpo deciso, massimo due, e dopo vedi le vene uscire come fili". Alcuni giorni dopo, il 19 marzo, si sente un'altra frase inquietante: "Carnevale, sì... paf, paf". Altre persone intervengono nella discussione dicendo: "Vestito come questi" e "con una maschera". Emergono anche altre frasi che non lascerebbero dubbi circa le motivazioni alla base del folle gesto da compiere: "il sangue caldo", "per terra... non badare perché il loro sangue è la loro ricchezza. Il loro sangue per noi è halal (cioè lecito)".

Dalle successive indagini sui presunti jihadisti sono emerse alcune foto che di per sé sembrano innocue, ma potrebbero indicare che erano stati fatti dei sopralluoghi in alcuni luoghi chiave del centro storico di Venezia. Secondo gli inquirenti queste foto potevano servire a "riprendere gli scenari ipotizzati per le progettualità terroristiche". I luoghi sono quelli più frequentati dai turisti che ogni giorno si riversano nella città lagunare: piazza San Marco, Rialto, il campanile.

Oltre ai coltelli l'attacco terroristico sarebbe avvenuto, sempre secondo gli inquirenti, attraverso armi da fuoco ed esplosivo.

Da un'altra intercettazione i quattro soggetti parlavano dell'acquisto di un kalashnikov per 250 euro. Un'altra frase inquietante intercettata: "A Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua. Metti una bomba a Rialto".

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