Cultura e Spettacoli

Il delirio eugenetico da Churchill a Hitler

Le teorie sul miglioramento della razza circolavano in tutto l'Occidente liberale. Il nazismo le fece diventare atroce realtà

Il delirio eugenetico da Churchill a Hitler

Pubblichiamo, per gentile concessione della casa editrice Marcos y Marcos, uno stralcio del libro di Paolo Nori Si sente? (pagg. 194, euro 12) in libreria da oggi. Il libro raccoglie tre discorsi che lo scrittore ha tenuto durante i suoi viaggi ad Auschwitz ed esce in occasione del Giorno della memoria (istituito il 27 gennaio per ricordare le vittime del nazismo). Il brano scelto è tratto dal primo dei tre, intitolato «Esattamente il contrario», un discorso sulla razza pronunciato il 26 gennaio 2009 al cinema Kijow di Cracovia nell'ambito della manifestazione «Un treno per Auschwitz». In esso Nori illustra come il percorso che ha portato all'orrore dei lager abbia origini lontane. Le idee sulla razza e sull'eugenetica che nella Germania Nazista si trasformarono nella Shoah ebbero a lungo diritto di cittadinanza anche in altre nazioni. Fortunatamente gli anticorpi liberali e democratici impedirono che riuscissero a diventare maggioritarie o addirittura leggi. Ricostruendo questo clima di paura verso il diverso, a cui non furono completamente estranei nemmeno personaggi della levatura di Churchill o Roosevelt, Nori mette in luce come i germi del male siano nascosti dove non si immagina. Senza relativizzare in alcun modo le responsabilità della Germania nazista.


Nel 1911 l'università di Oxford organizza il primo congresso mondiale di eugenetica e nella commissione di presidenza c'è, tra gli altri, Winston Churchill, che era allora ministro della marina militare, e Lord Alverstone, che era ministro della giustizia, e Charles Eliot, presidente dell'università di Harvard, e Alexander Bell, inventore del telefono. Churchill, un anno prima, nel 1910, in un suo discorso aveva richiamato l'attenzione sul fatto che vi erano, allora, nel Regno Unito, «circa centoventimila persone affette da disturbi mentali degne di tutto quello che la civiltà cristiana e scientifica può fare per loro, dato che ormai sono al mondo», e quello che la civiltà cristiana e scientifica poteva fare per loro, negli auspici di Churchill, era «la loro segregazione sotto condizioni appropriate, così da far morire insieme a se stessi anche la loro sciagura, invece di propagarla alle generazioni future». Tra i tanti interventi, di questo congresso, ce ne sono due, l'uno successivo all'altro, quello di un antropologo italiano, discepolo di Lombroso, che si chiamava Niceforo, e quello di due coniugi inglesi, i Whetham. Niceforo aveva centrato il suo intervento sulla predilezione dei ceti più bassi per le categorie criminali, aggiungendo che questi ceti, paragonati a quelli più alti, registravano la presenza di un minor sviluppo della capacità cranica, della sensibilità e della fatica mentale, e riconducendo tali anomalie fisiologiche all'inferiorità genetica dei ceti più bassi. Dopo Niceforo vanno a parlare i coniugi Whetham, che avevano pubblicato nel 1909 un libro sul problema razziale, che si intitolava The Family and the Nation, e ripropongono il tema principale del loro libro. Secondo loro gli europei si dividevano in tre categorie, i nordici, tra i quali gli inglesi, come loro, gli alpini, tipo gli svizzeri, e i mediterranei, come noi e come Niceforo. I nordici, secondo i Whetham, avevano una supremazia riconosciuta. Secondo loro la cosa più preoccupante, in Inghilterra, era l'immigrazione delle razze mediterranee che abitavano le parti più povere delle città, e la cui tendenza conigliesca alla riproduzione costituiva un serio problema per la nazione e per tutta l'Europa.
Qualche anno dopo, nel 1916, un americano, Madison Grant, co-fondatore dell'associazione americana di eugenetica, pubblica un libro che diventa di gran moda, The Passing of the Great Race, e ispirandosi a The Family and the Nation dei Whetham sostiene l'esistenza di tre differenti razze europee, che sono, in ordine di valore, i nordici (dominatori, avventurieri, aristocratici, individualisti, fiduciosi in se stessi e come risultato protestanti), gli alpini (sottomessi all'autorità politica e religiosa) e i mediterranei (perfetti schiavi). Nel 1915, nel manuale A Civic Biology (Una biologia civica), che era il testo di biologia più diffuso nelle università americane, c'era scritto che fenomeni come l'alcolismo, l'immoralità sessuale e la criminalità erano da considerarsi come delle patologie senz'altro ereditarie, e si esortava di conseguenza all'applicazione di pratiche «scientificamente auspicabili» come la segregazione dei disgenici e la selezione degli individui adatti al matrimonio.
Nei primi anni Venti, negli Stati Uniti d'America escono degli studi sul calo delle nascite nei ceti medio-alti, e il presidente Roosevelt dà il via a una grande campagna contro il «suicidio razziale», cioè contro il calo demografico della «gente migliore». Roosevelt sostiene che le donne del good stock che scelgono di non avere figli devono esser considerate come delle «criminali della razza». E ammonisce che «il primo dovere di ogni buon cittadino, uomo o donna, di giusta razza, è quello di lasciare la propria stirpe dopo di sé nel mondo»; e che, allo stesso tempo, «non è di alcun vantaggio consentire una simile perpetuazione di cittadini di razza sbagliata. Il grande problema della civiltà» dice Roosevelt «è riuscire ad ottenere, nella popolazione, l'aumento degli elementi di valore rispetto a quelli di poco valore o che risultano addirittura nocivi». Gli Stati Uniti d'America sono il primo paese che approva delle leggi eugenetiche. Nel 1924, una donna della vostra età, diciotto anni, Carrie Buck, che, secondo un medico, il dottor Bell, direttore della colonia per epilettici e deboli di mente della Virginia, era un caso evidente di imbecillità morale ereditaria, essendo figlia e madre di persone affette da disturbi psichici, viene condannata alla sterilizzazione. La donna fa ricorso alla corte della contea, e, perso il ricorso, fa appello alla corte suprema, denunciando la violazione del quattordicesimo emendamento, secondo il quale nessuno può essere privato della propria vita, della libertà o della proprietà senza un giusto processo. La corte dà torto alla donna, con queste parole, scritte dal giurista di fede progressista Oliver Wendell Holmes: «Abbiamo visto più di una volta come il bene pubblico possa richiedere ai migliori cittadini la loro vita. Sarebbe strano se esso non potesse ormai chiedere a coloro che hanno indebolito lo Stato un sacrificio minore, allo scopo di prevenire noi stessi dall'essere sommersi dall'incompetenza. Tre generazioni di imbecilli» scrive il giudice della corte suprema nella sentenza «sono sufficienti». La donna viene sterilizzata. Molte delle leggi in vigore in quegli anni, compresa quella sulla sterilizzazione, rimangono in vigore negli Stati Uniti fino ai primi anni Ottanta. La legge nazista sulla «Prevenzione della generazione di prole affetta da tare ereditarie» è del 1933. Questa legge viene definita legge contro gli Asozialen, che sono, secondo una definizione ufficiale: «Esseri umani con un atteggiamento mentale ereditario e irreversibile, i quali, a causa di tale natura, sono propensi all'alcolismo e all'immoralità, sono entrati ripetutamente in conflitto con enti statali e tribunali, e dunque si presentano privi di freni e minacciosi per l'umanità». Nel 1934, l'associazione eugenetica californiana prepara una presentazione del programma nazista di salute pubblica presso il congresso annuale dell'American Public Health Association, dove esso viene descritto come «la cosa migliore di questo tipo che sia mai stata prodotta». Neanche quando vengono approvate le leggi razziali di Norimberga (15 settembre 1935: «Il Reichstag, fermamente convinto che la purezza del sangue tedesco sia essenziale per il futuro del popolo tedesco e ispirato dalla inflessibile volontà di salvaguardare il futuro della nazione germanica, ha unanimemente deciso l'emanazione della seguente legge: Articolo I. I matrimoni tra ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono proibiti. I matrimoni contratti in violazione della presente legge sono nulli, anche se per eludere questa legge venissero contratti all'estero. Articolo II. Le relazioni extraconiugali tra ebrei e cittadini di sangue tedesco e affini sono proibite. Articolo III. Agli ebrei non è consentito impiegare come domestiche donne di sangue tedesco o affini di età inferiore ai quarantacinque anni...

»), con le quali leggi razziali di Norimberga si dà inizio alla sistematica persecuzione nei confronti degli ebrei, nemmeno allora gli eugenisti californiani fanno mancare il loro sostegno al Reich, confidando nel fatto che Hitler sarebbe stato ricordato come il primo capo di un moderno governo che ha messo in piedi una legislazione per eliminare gli inadatti al fine di realizzare un miglioramento biologico della razza.

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