I lapilli di Pompeo

S ono per l'assistenza diretta al bisogno quotidiano. Per chi ne ha le possibilità economiche. Un metodo di charity dal basso. Il soggetto interessato si fa carico in concreto di una o due famiglie che versano in oggettive difficoltà. Interventi mirati nel solco delle best practice: economia e qualità a braccetto per gestire il processo nel modo migliore.

Non ho nulla contro le grandi organizzazioni umanitarie, Croce Rossa in testa; tuttavia, per mio habitat mentale e per esperienza personale (è umanamente impagabile l'essermi coinvolto con l'Associazione Famiglie Sindrome di Williams), rimango un sostenitore del piccolo è bello. Fa male al cuore apprendere, ad esempio, che 80 dei 100 euro destinati dalla cooperazione internazionale al Burkina Faso spariscono in stipendi e corruzione. Questioni delicate. E di grande attualità se pensiamo ai drammi che vivono le popolazioni dell'Italia Centrale. In discussione non è la generosità degli italiani, piuttosto i criteri per orientarla nel modo più efficace possibile. Dal basso, appunto. Una notaia di Rieti, città assai vicina ad Amatrice, una delle zone maggiormente ferite dal sisma, davanti all'accaduto si è mossa. Chiamiamola Pinella, la dottoressa. Per prima cosa ha preso in mano il telefono per coinvolgere gli amici del mare (tra cui il sottoscritto) nella sua opera di solidarietà. In tre giorni ha avviato una onlus e poi via con iniziative ad hoc in stretta collaborazione con il sindaco Sergio Pirozzi: dalla fornitura di una turbina, con trasporto diretto, per rispondere all'emergenza neve fino al recapitare mangimi ed altre necessità ai contadini di quelle zone; un sostegno concreto alle attività messe in ginocchio.

E dopo ogni azione ecco la sua puntuale rendicontazione. Supportata anche da video. Queste sono le buone pratiche. Quando mentalità imprenditoriale e spirito di solidarietà si traducono in servizio efficiente al bisogno.

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