Export Azerbaijan, firmata l’intesa per il distretto italiano

Il made in Italy sbarca sulle rive del mar Caspio alla conquista dell’Asia Centrale con una nutrita delegazione di imprese guidata dal viceministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, e dai vertici di Ice, Simest e Finest. Ieri a Baku, capitale dell'Azerbaijan, Paese ricco di risorse energetiche, è stato firmato un protocollo d’intesa al termine di un business forum su infrastrutture, logistica, trasporti, energia. «L'Azerbaijan - ha detto Urso - non ha sentito la crisi economica. Nel 2009 il Pil è cresciuto del 9,3%. E di questa crescita ne ha beneficiato anche l’Italia, diventando il primo partner commerciale con un interscambio che ha raggiunto i 3,5 miliardi di euro». In Azerbaijan operano importanti gruppi italiani: Todini e Codest (strade, autostrade e costruzioni di grandi alberghi), Saipem, Edison, Italferr (gruppo Fs) e Unicredit. Sono in corso trattative anche con Finmeccanica, in predicato di fornire un sofisticato sistema di sorveglianza notturna e aerei senza pilota. Tuttavia il progetto più ambizioso riguarda il distretto industriale e logistico, tutto italiano, nel perimetro della zona franca del porto di Aktau, in Kazakhstan. «Può diventare la base logistica per l’import e l’export del made in Italy nell’Asia Centrale», ha detto Urso.

«Si tratta di 200 ettari di terreno- ha detto Giancarlo Lanna, presidente di Simest - Insieme con Bonatti (nel ruolo di general contractor) siamo tra i capofila dell’iniziativa di valorizzazione strategica di questo polo industiale, forte di una zona speciale creata per attrarre investimenti».

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