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Immigrati, Maroni: "E' una emergenza grave Ora c'è il rischio di fondamentalismo islamico"

Il titolare del Viminale lancia l'allarme: "Il governo ha deciso di farsi carico grave del disagio dei lampedusani attraverso misure compensative per l’economia". E avverte: "Rischio fondamentalismo islamico". Intensificata l’attività informativa e investigativa

Immigrati, Maroni: "E' una emergenza grave 
Ora c'è il rischio di fondamentalismo islamico"

Roma - Il "governo ha deciso di farsi carico grave del disagio dei lampedusani" attraverso "misure compensative per l’economia". Al termine del consiglio dei ministri, il titolare del Viminale Roberto Maroni ha lanciato l'allarme immigrazione annunciando che il sottosegretario all'Economia Sonia Viale definirà "misure compensative di carattere economico e strutturale per compensare l’isola di quando sta subendo".

Misure compensative per l'emergenza Nel ringraziare i lampedusani per "la pazienza che stanno dimostrando anche se con qualche scatto polemico", Maroni ha voluto sottolineare che alle misure compensative allo studio parteciperanno anche i ministeri del Turismo, dell’Ambiente e delle Infrastrutture e del Turismo. Inoltre, il numero uno del Viminale ha annunciato che, "oltre all’azione diplomatica", è stato deciso di "inviare da subito la nave San Marco attualmente a Lampedusa per evacuare rapidamente i clandestini, così da dare una risposta concreta all’emergenza che c’è". Maroni ha poi fatto sapere che è un "impegno del governo quello di affrontare e risolvere la crisi umanitaria", determinata in Italia dalla situazione in Libia. Il ministro leghista ha poi spiegato che quella che si è venuta a creare è "un’emergenza umanitaria grave", che crea anche disagio.

Il rischio del fondamentalismo islamico In seguito alla crisi libica, Maroni ha deciso di intensificare l’attività informativa e investigativa per proteggere gli obiettivi sensibili. Proprio per questo è stato convocato permanentemente il Comitato strategico di analisi antiterrorismo ed è stato intensificato il monitoraggio di soggetti che in passato hanno evidenziato contatti con il fondamentalismo islamico. D'altra parte, il rischio di terroristi o criminali "infiltrati" tra i libici in fuga esiste. "Abbiamo avuto segnalazioni da servizi europei su rischi di questo tipo e quindi l’attenzione è molto alta" perché, ha spiegato il ministro leghista, esiste "la possibilità che dalla Tunisia arrivi qualcuno legato al mondo della criminalità o, peggio, del terrorismo". Per questo motivo, ha concluso Maroni, "i controlli sono stati elevati" e hanno "durata maggiore che in passato".

Uomini e mezzi alla Tunisia Maroni ha poi fatto sapere che l’Italia è pronta a dare uomini e mezzi per aiutare la Tunisia ad evitare le partenze di migranti. "C’è - ha ricordato il ministro dell'Interno - un negoziato in corso da quando è iniziata la crisi, da parte della Tunisia sono state definite richieste che siamo pronti a soddisfare". "C’è anche - ha, quindi, aggiunto il titolare del Viminale - un trattato di cooperazione che non viene rispettato per una serie di ostacoli che noi vogliamo rimuovere".

Grazie al trattato, ha infatti ricordato l'esponente del Carroccio, "l’anno scorso sono arrivati in Italia soltanto 25 tunisini; se non funziona l’attività di controllo e prevenzione, succede quello che sta accadendo".

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