Non poteva mancare a Milano un evento dedicato a Lalla Romano, una delle figure più significative del Novecento letterario italiano.
Dopo le molte iniziative in Italia e all'estero in occasione del centenario della nascita della scrittrice, questa sera alle 21.30 allo Spazio Oberdan di viale Vittorio Veneto 2 (per informazioni 02-77406329 oppure www.provincia.milano.it/cultura) la Provincia e il Comitato nazionale per le celebrazioni del suo centenario ospitano editori, giornalisti, studiosi, scrittori e amici a renderle omaggio.
Da Alda Merini a Duccio Demetrio, da Mauro Bersani a Piero Gelli, da Grazia Livi a Raffaele Crovi, Vincenzo Consolo, Antonio Ria, Marco Vallora, Alessandro Vicario - solo per citarne alcuni -, tutti riuniti nella sua città adottiva per celebrarla con testimonianze, letture e proiezioni di interviste.
Momenti musicali al pianoforte da Bach, Schubert, Liszt e Beethoven e letture di Franca Nuti e Alessandro Quasimodo si alternano alla presentazione dei libri pubblicati per il suo centenario come Diario Ultimo e Poesie per Giovanni della stessa scrittrice e altri come Vita di Lalla Romano raccontata da lei medesima di Ernesto Ferrero, Come un'isola. Viaggio con Lalla Romano di Paolo di Paolo e Un paesaggio ritrovato. A Demonte e in Valle Stura sulle tracce di Lalla Romano di Alessandro Vicario.
Un importante appuntamento per ricordare la sua vita, trascorsa tra Demonte e Milano, le sue molte poesie, le sue traduzioni di Flaubert su richiesta di Cesare Pavese, i suoi libri di narrativa, quasi tutti pubblicati da Einaudi come Maria, L'uomo che parlava da solo e il premio Strega del 1969 Le parole tra noi leggere. Ma non solo, il ricordo va anche alla pittura, il suo antico esercizio che è stato recentemente riproposto con varie mostre e pubblicazioni.
Non mancano le parole dei grandi critici di Lalla Romano - da Montale a Carlo Bo, da Calvino a Pasolini, da Segre a Ferroni - che hanno tentato di indicare le chiavi interpretative dei suoi scritti, additandole innanzitutto nella ricerca della verità, mettendo in evidenza la struttura fortemente sperimentale della sua scrittura, la classicità della sua lingua e del suo stile, e il rapporto costante fra vita e letteratura.
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