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Francia lancia i primi raid anti-Isis da portaerei

Sale il livello dell'offensiva francese contro l'Isis

Francia lancia i primi raid anti-Isis da portaerei

Sale il livello dell'offensiva francese contro l'Isis. Le basi dello Stato islamico in Iraq sono state oggi bombardate per la prima volta dai caccia Rafale e Super-Etendard decollati dal ponte della portaerei Charles de Gaulle, salpata quattro giorni fa da Tolone e appena arrivata nel Mediterraneo orientale. Cameron, Obama, Merkel, Renzi e Putin: questi, in ordine cronologico, i leader che Francois Hollande - nell'altra sua offensiva, quella diplomatica per compattare la coalizione anti-Isis - sta incontrando. Oggi è toccato al premier britannico, che ha offerto alla coalizione l'appoggio della base militare di Cipro. Il ministero della Difesa ha parlato di due obiettivi distrutti durante questa prima operazione dalla portaerei, durate "circa sette ore" e condotta in appoggio alle forze irachene impegnate sul terreno contro l'organizzazione jihadista. A Ramadi, un centinaio di chilometri di distanza da Baghdad, "i raid hanno neutralizzato un gruppo di terroristi", fanno sapere con un comunicato le forze armate francesi. In particolare, "è stata distrutta a Mosul una postazione dell'artiglieria dell'Isis che stava sparando contro le truppe irachene".

Nelle intenzioni francesi, il dispiegamento della Charles de Gaulle triplicherà la capacità di colpire le postazioni di Daesh portando a 38 il numero di aerei impegnati nell'operazione 'Chammal' contro lo Stato islamico. "L'obiettivo - ha detto il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian - è annientare l'Isis". Hollande aveva parlato in mattinata di volontà di "colpire duro" l'Isis e di mirare a "obiettivi che possano fare il massimo dei danni possibili a questo esercito terrorista". Parallelamente, il capo dell'Eliseo ha dato il via alla sua offensiva diplomatica. Con David Cameron, stamattina presto a Parigi, ha deposto una rosa sul luogo della strage del Bataclan, poi è passato alla riunione di lavoro centrata sulla guerra all'Isis. La prima della serie, che continuerà domani con un viaggio a Washington per parlare con Barack Obama, con una cena informale mercoledì con Angela Merkel, un incontro alle 8 di giovedì all'Eliseo con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e con un viaggio a Mosca da Vladimir Putin nel pomeriggio della stessa giornata. Il primo ministro britannico David Cameron, ben convinto della necessità che Londra si unisca con la massima decisione alla coalizione anti-Isis ma in attesa del via libera del suo Parlamento, ha offerto a Hollande l'uso di una base aerea britannica a Cipro per le operazioni francesi contro l'Isis in Siria. In patria, Cameron non ha rinunciato ai tagli alle forze dell'ordine ma oggi ha annunciato che entro il 2025 Londra avrà due 'brigate d'attaccò da 5.000 uomini per rispondere a 'svariatè minacce, inclusa quella dell'Isis, per una spesa prevista di 12 (rpt.12) miliardi di sterline.

Decisivo, per la coalizione che Hollande vuole mettere in piedi, sarà l'incontro di domani a Washington. Parigi martella l'Isis in Iraq dal settembre 2014 ma sul fronte siriano è attiva soltanto da settembre, un anno dopo l'inizio delle operazioni americane. Dopo il 13 novembre, gli Stati Uniti hanno appoggiato l'intervento francese, fornendo in particolare a Parigi le informazioni necessarie per il massiccio bombardamento di Raqqa, ma ora Parigi vuole un ulteriore salto di qualità, soprattutto dal punto di vista dell'impegno diretto degli Usa nei bombardamenti. Ieri, in visita a Kuala Lumpur, Obama ha promesso che il suo Paese andrà "fino in fondo" al compito che prevede la "distruzione" dello Stato islamico. Fonti di stampa arabe intanto riferiscono che la Russia ha già dispiegato truppe di terra in Siria, oltre ai già presenti "consiglieri" militari a sostegno della campagna aerea iniziata il 30 settembre scorso. In un articolo del giornale kuwaitiano Arrai - che non è stato confermato da altre fonti - si sostiene che le forze militari russe hanno fornito copertura ai tank T-90, con supporto aereo, che hanno attaccato diversi obiettivi strategici in mano alle forze ribelli a Idlib e Latakia.

Nei giorni scorsi, la stampa libanese filo-iraniana scriveva che Mosca intende raddoppiare la sua presenza militare in Siria, "aumentando da quattro a ottomila le unità sul terreno".

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