P3, interrogato Formigoni: "Resto un testimone"

Il governatore della Lombardia sentito due ore e mezza dai magistrati romani che indagano sulla presunta loggia: "Sentito come testimone e rimango tale, non violo il segreto". Nel mirino un interessamento della P3 in Corte d'Appello a Milano per la sua lista alle ultime Regionali

P3, interrogato Formigoni: "Resto un testimone"

Roma - Si è conclusa dopo due ore e mezza circa l’audizione del governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, nell'inchiesta sulla presunta loggia P3. "Sono stato sentito come testimone - ha dichiarato il presidente lombardo - e sono rimasto testimone". Formigoni non è voluto entrare nel merito dell’atto istruttorio, che si è tenuto davanti al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al sostituto Rodolfo Sabelli: "Mi sono state rivolte domande - ha dichiarato - su fatti di cui potessi essere a conoscenza. Non è mia intenzione rompere il segreto istruttorio".

Il ricorso per la lista Negli atti dell’indagine, per la quale sono finiti agli arresti Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi, il nome del governatore viene fatto con riguardo a un possibile intervento del gruppo per favorire il ricorso in Corte d'Appello della lista collegata a Formigoni nel corso delle ultime elezioni regionali.

Interrogatori Il pm Sabelli e il procuratore aggiunto Capaldo hanno messo in programma una serie di atti istruttori, nel corso di tutta la prima settimana di agosto. Poi intorno al 10 gli investigatori si potrebbero concedere alcuni giorni di riposo. Di certo nei prossimi giorni saranno sentiti l’ex primo presidente di Cassazione, Vincenzo Carbone, il capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller, e il magistrato Antonio Martone. Alcune di queste audizioni, e altre, sono state fissate su richiesta delle stesse persone coinvolte. Carbone, in base all’ordinanza di custodia per il suo quasi omonimo Carboni, è citato in relazione alla nomina di Alfonso Marra alla presidenza della Corte d'Appello di Milano. Lombardi, in una intercettazione, dice di poterlo convincere, a votare per il collega.

Caliendo Sul punto, secondo chi indaga, è indicativa una conversazione tra Lombardi e il sottosegretario Giacomo Caliendo, che nell’interrogatorio svoltosi l’altro giorno ha comunque smentito ogni ricostruzione e rigettato le accuse. E ieri, dopo alcune ricostruzioni giornalistiche, ha annunciato azioni legali in difesa della sua onorabilità.

Intanto, a breve, rispetto all’inchiesta sono possibili ulteriori sviluppi per la decisione dei pm di dare seguito a una serie di indicazioni che provengono dai rapporti delle indagini affidate ai carabinieri e ai militari della guardia di finanza.

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