Due giorni di terrore, Sri Lanka in ginocchio: "Torneranno a colpire"

Otto esplosioni in varie parti dell'isola fanno 290 morti. E ieri altro ordigno in una chiesa

Due giorni di terrore, Sri Lanka in ginocchio: "Torneranno a colpire"

Sangue e paura a Pasqua. Niente sangue ma paura ieri. Sangue e paura probabilmente anche in futuro, almeno secondo il Dipartimento di stato americano, che sconsiglia chi intende andare in Sri Lanka perché «i terroristi potrebbero attaccare senza o con poco preavviso, colpendo località turistiche, aeroporti e altre aree pubbliche».

Il bilancio della strage di Pasqua nell'isola soprannominata la «lacrima dell'India» è imponente, ammutolente: 290 morti, almeno 31 dei quali stranieri, 14 dispersi che potrebbero ritoccare la contabilità lugubre, oltre 500 feriti, 7 kamikaze rimati uccisi, 24 arresti. Il più grave scoppio di violenza nell'ex Ceylon dalla fine della guerra civile che coinvolse le Tigri Tamil. E forse chi ha orchestrato questo concerto per boati e dolore avrebbe voluto far scorrere molte palline in più nel pallottoliere dell'orrore: sono 87 i detonatori trovati dalle forze dell'ordine vicino a una fermata dell'autobus di Colombo, la città più importante del Paese, oltre a un ordigno pronto a esplodere rinvenuto all'interno di un veicolo vicino a una chiesa nella zona di Kotahena.

Sono state le chiese l'obiettivo principale dei terroristi. Otto esplosioni, sei delle quali quasi contemporanee, si sono verificate nella chiesa di Sant'Antonio a Colombo e di San Sebastiano a Negombo, a Nord della metropoli. E poi nella chiesa Zion a Batticaloa, sulla costa orientale dell'isola. E ancora in alcuni grandi hotel di Colombo (il Kingsbury, il Cinnamon Grand, lo Shangri-La, il Dematagoda) e di Dehiwala (il Tropic-Inn). E ieri una nuova esplosione davanti alla chiesa di Sant'Antonio, avvenuta proprio mentre gli artificieri stavano cercando di disinnescare un ordigno individuato in un'automobile. Nessuna vittima ma tanta paura e un fuggi fuggi, nel corso del quale il cronista di Repubblica Raimondo Bultrini è rimasto ferito in modo lieve. Il governo fin da domenica aveva stabilito lo stato di emergenza e un coprifuoco dapprima di 12 ore, poi prolungato fino alle 4 di stamattina ora locale. Vietato anche l'uso di social e di piattaforme di messaggistica.

Secondo il governo di Ranil Wickremesinghe i terroristi apparterrebbero al gruppo islamico National Thoweed Jamath, noto finora solo per un incidente non cruento anche se inquietante: il movimento a dicembre scorso, nella città di Marwanella, avrebbe fatto a pezzi alcune statue di Buddha. Nell'occasione erano stati arrestati alcuni giovani seguaci di un predicatore il cui nome era contenuto nel documento dell'intelligence circolato ieri. Documento sul quale peraltro infuria la polemica, dal momento che le autorità cingalesi hanno confermato di aver ricevuto lo scorso 11 aprile informazioni provenienti da un servizio di intelligence straniero relative a possibili atti violenti e suicidi contro le chiese. Nel corso di una conferenza stampa, il portavoce del governo Rajitha Senaratne ha reso noto che il dossier non è stato condiviso con il premier Wickremesinghe o con altri membri del suo governo. «Se avessimo avuto informazioni in anticipo, avremmo potuto adottare misure preventive. L'ispettore generale della polizia deve dimettersi per questo», ha detto Senaratne. A rendere tutto molto delicato il fatto che la polizia ricade sotto l'autorità del ministro della Difesa e presidente Maithripala Sirisena, che ha un pessimo rapporto col primo ministro.

Gli attentati sono stati compiuti quasi tutti da un solo kamikaze tranne quello allo Shanri-la a opera di una coppia. Ma guai a pensare a gesti improvvisati: «Crediamo che questo attacco abbia avuto appoggio internazionale.

Tali attacchi non possono essere sferrati senza questo tipo di sostegno», spiega Senaratne. ll presidente Sirisena ha nominato un team di inchiesta guidato da un giudice della Corte Suprema. Il pool riferirà entro due settimane.

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