Politica

Milano chiude gli spazi alla destra

Il centrosinistra introduce la "carta antifascista" per le associazioni

Milano chiude gli spazi alla destra

Milano - Contributi, spazi pubblici e patrocini vietati a chi non firma la «carta antifascista». Dopo Torino, Cuneo, Pisa e Siena, anche Milano si prepara a votare oggi una (contestata) mozione contro l'ultradestra. Il testo firmato da tutta la maggioranza che sostiene Beppe Sala impegna il sindaco a «non concedere» luoghi e fondi a chi «non garantisce di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, discriminatori verso ogni orientamento e identità di genere». Nella pratica: i gruppi e le associazioni che in futuro vorranno organizzare un convegno in una biblioteca o un auditorium comunale dovranno prendere le distanze dal fascismo con una «dichiarazione esplicita». Se Sala ha già dichiarato «pieno appoggio» all'iniziativa perchè «gli sforzi per evitare rigurgiti fascisti non sono mai abbastanza», il centrodestra si prepara non solo a bocciare la mozione perchè «è una propaganda inutile, le adunate fasciste sono già vietate dalla legge» ma a presentare degli emendamenti-provocazione. «La sinistra - spiega Forza Italia - non ha voluto condividere un documento unico che dichiarasse in maniera esplicita la contrarietà del consiglio comunale a ogni forma di totalitarismo e discriminazione, evidentemente ha problemi a sottoscrivere un testo in cui si dichiari anche contro il comunismo, l'antisemitismo, il radicalismo islamico. In aula proveremo a colmare le lacune».

Il sindaco non potrà comunque vietare le piazze, la competenza è della questura. E sulle pagine Facebook dei consiglieri che hanno proposto per primi la carta antifascista circolano non poche perplessità. C'è chi fa notare alla sinistra che una mozione del genere «fa acqua da tutte le parti», sfugge il sistema per applicare il principio alla realtà, chi ricorda che intanto «la disoccupazione giovanile aumenta e gli anziani frugano nei cestini».

Tradotto: le priorità sono altre.

Commenti