Un milione di firme al Senato per chiedere il diritto a difendersi nella propria abitazione

L'Idv presenta il disegno di legge di iniziativa popolare Messina: «Il più votato nella storia della Repubblica»

Gianpaolo Iacobini

Chi subisce un furto o si trova i ladri in casa deve potersi difendersi. Se necessario, anche sparando. Senza andare in carcere.

Lo chiedono oltre un milione di italiani, con la proposta di legge promossa da Italia dei Valori. Ieri i dirigenti del partito che fu di Antonio Di Pietro, oggi capitanati da Ignazio Messina, hanno consegnato al Senato centinaia di scatoloni contenenti le firme raccolte in tutta Italia su due punti: inasprire la pena per il reato di violazione di domicilio, allargare l'ambito della legittima difesa fino a ricomprendere in essa il diritto di difendersi da intrusioni in casa propria. «Se un malintenzionato ti entra in camera da letto sostiene Messina un cittadino ha diritto di difendersi come vuole. Questo è il disegno di legge di iniziativa popolare più firmato nella storia della Repubblica». Troppi i casi di giustizia all'incontrario. Ermes Mattielli, che il 13 giugno del 2006 sparò a due nomadi che gli stavano svuotando il deposito di ferrivecchi a Scalini di Arsiero, nel Vicentino, lo scorso ottobre si beccò più di 5 anni di carcere e la condanna a risarcire con 135.000 euro la «vittima». Paradossi affatto singolari: Antonio Monella, imprenditore di Arzago d'Adda, alle porte di Treviglio, dietro le sbarre ha passato 38 mesi. È tornato in libertà nel 2015, graziato dal presidente della Repubblica: nel 2006 aveva ucciso con una fucilata uno dei balordi che gli stavano portando via l'auto. E se il benzinaio veneto Graziano Stacchio è rimasto tra l'incudine ed il martello per un anno per aver ucciso uno dei malviventi armati di mitra impegnati a svaligiare una gioielleria vicina, a Ponte di Nanto, c'è chi ancora trema, sospeso nel vuoto in cui rischiano di cadere molte vittime trasformate, per legge, in carnefici. Come il gioielliere che ad Ercolano, per sventare una rapina, a febbraio non esitò a far fuoco lasciando sull'asfalto i due rapinatori: iscritto nel registro degli indagati. E così l'ex guardia Bruno Poeti, che a Grosseto aveva mirato (ferendoli) a 4 romeni in fuga sulla sua vettura: dovrà rispondere di tentato omicidio.

Peggio in autunno è andata al pensionato milanese Francesco Sicignano, che ha ucciso un ladro in casa: accusato di omicidio volontario. Storie che non sono bastate a smuovere il Parlamento per rivedere una legge che tutela i delinquenti.

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